La riabilitazione della caviglia: il ruolo dell’acqua e della propriocettività

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Riabilitazione caviglia in acqua

Per la riabilitazione della corretta funzionalità del piede e della caviglia, dopo un intervento chirurgico, il nostro miglior alleato è l’acqua.

Camminare nell’acqua aiuta il paziente a riacquistare fiducia e a riprendere una deambulazione corretta.

La spinta di galleggiamento sostiene il corpo, rilassa la muscolatura ed allevia il dolore consentendo al paziente di muoversi con maggior agilità e di aumentare la serie e l’ampiezza dei movimenti.

Inoltre la maggior pressione idrostatica dovuta all’immersione facilita il drenaggio centripeto di zone tumefatte e/o edematose.

Ad esempio, l’intervento di protesi di caviglia sta diventando una procedura sempre più comune grazie alla sua affidabilità e riproducibilità.

Il ruolo del chirurgo, come in ogni tipo di chirurgia è fondamentale, ma per la riuscita dell’intervento una parte importante è rivestita anche dalla fisioterapia.
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Riabilitazione propriocettiva della caviglia

La fisioterapia che segue un intervento di protesi di caviglia è da vedersi come una fisioterapia rivolta al recupero della “intelligenza spaziale” della caviglia.

Comunemente, la fisioterapia in ambito protesico è stata eseguita in funzione del recupero muscolare, ciò significa che il fisioterapista ha sempre pensato che riabilitare velocemente la muscolature fosse il modo migliore per un corretto recupero.

Tutto questo può essere valido ed efficace nella protesi di anca e ginocchio, risulta però un approccio non corretto per la protesi di caviglia, che si distingue per vari aspetti dalle articolazione proprio di anca e ginocchio.

La ripresa funzionale della caviglia non è legata infatti unicamente alla componente muscolare, ma anche quella propriocettiva.

Dobbiamo immaginare la caviglia e il piede come una marionetta, mossa dai muscoli che si congiungono all’osso diventando tendini ed esercitando forze uguali, ma opposte, in modo da far sì che la caviglia, ovvero la marionetta, sia in equilibrio.

Abbiamo quindi muscoli e tendini che permetto movimenti di flessione e altri di estensione della caviglia o ancora pronazione o supinazione.

La muscolatura come sappiamo sostiene il corpo e permette l’esecuzione dei movimenti. Il ruolo dei muscoli però non si limita solo a questo.

Infatti la contrazione e il rilasciamento muscolare stimolano alcuni recettori che risiedono all’interno del muscolo stesso (corpuscoli del Golgi e i fusi muscolari), i quali sono i veri responsabili della propriocezione.

Questi offrono informazioni aggiuntive sul grado di tensione, sulla lunghezza dei muscoli e quindi sulla loro posizione nello spazio.

La caviglia dopo un intervento o una distorsione ha quindi bisogno di recuperare il suo equilibrio tra funzione meccanica, muscolare e propriocettiva.

Dobbiamo immaginarla come una caviglia “cieca”, non più in grado di riconoscere e reagire dovutamente, adattandosi, agli impulsi esterni come i terreni irregolari e, soprattutto, non riuscendo più a posizionarsi nello spazio, come se il resto del corpo non conoscesse la sua posizione.
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