Medicina rigenerativa: l’analisi sul presente e sulle prospettive future con il prof. Camillo Ricordi

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Grazie all’intervento del professor Camillo Ricordi, direttore del Diabetes Research Institute di Miami, considerato il massimo esperto
mondiale per la ricerca di una cura del diabete di tipo I, abbiamo avuto modo di approfondire una tematica molto attuale – la medicina rigenerativa – oltre alle applicazioni in ambito ortopedico.

Si è parlato infatti delle applicazioni in diversi campi e delle sfide che deve affrontare allo stato attuale.

Nel seguente articolo coglieremo degli spunti che sono stati forniti da questo incontro, approfondendo e cercando di rendere il più comprensibile possibile una tematica alquanto complessa.

Iniziamo da una domanda semplice.

La medicina rigenerativa è una scommessa o una scienza?

medicina rigenerativa pubmed

La medicina rigenerativa non è più una scommessa.

È un settore che sta esplodendo, con diverse applicazioni in diversi campi, sempre più importanti, che lo confermano senza dubbio una scienza.

I lavori scientifici sono numerosi a livello mondiale e le applicazioni, per esempio in campo ortopedico, sono sempre più ampie.

Ci aspettiamo che l’intero ambito della sanità venga influenzato dai progressi ottenuti grazie alla medicina rigenerativa e alle sue applicazioni.

L’evoluzione della medicina rigenerativa ci permette inoltre di eliminare il problema etico legato all’utilizzo delle cellule embrionali.
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Qual è il tessuto “deposito” più promettente?

medicina rigenerativa lipogems

Tra le diverse scelte disponibili in medicina rigenerativa la soluzione più promettente, al momento, risulta essere il tessuto adiposo.

Per confermare questa affermazione sono necessari ancora diversi studi, per esempio randomizzati prospettici e che vadano a confrontare i risultati ottenuti dall’utilizzo delle cellule derivanti dal tessuto adiposo VS cellule del sangue e ancora cellule del midollo osseo.

Tuttavia le prospettive sono molto interessanti e lasciano pensare che questa metodica – prelievo delle cellule mesenchimali del grasso – possa trovare ampio spazio in un futuro prossimo. Questo è legato anche alla loro facile estrazione che non richiede manovre indaginose o dolorose.
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PRP e cellule mesenschimali: modalità di prelievo e lavorazione fanno la differenza?

lipogems vs prp

Possiamo considerare il PRP come il livello base della medicina rigenerativa: tuttavia, è molto importante la fase di prelievo e di processazione del sangue.

Sicuramente la modalità di prelievo e di lavorazione delle cellule del grasso fa la differenza anche per questo tipo di tessuto.

Possiamo fare alcuni esempi per farci capire meglio.

Ovvero, l’utilizzo o meno di enzimi, porta sicuramente a risultati diversi, sia come composizione del tessuto che si ottiene che come proprietà rigenerative delle cellule che vengono estratte.

Si possono notare per esempio, nel tessuto che si va a prelevare, differenze nelle quantità di esosomi, periciti, secretoma, particelle secrete dalle cellule staminali.

Anche nel caso del Lipogems si è evidenziato come ci siano caratteristiche biologiche diverse a seconda della processazione utilizzata.

La vera novità del Lipogems però è la capacità di mantenere intatto il micro cluster di tessuto, ovvero la possibilità di prelevare le cellule mesenchimali nella loro “nicchia” senza distruggerla.

Conservare la matrice è un valore aggiunto perché permette di mantenere con essa un’organizzazione tissutale.

Il micro-cluster infatti contiene anche periciti, ovvero cellule pluripotenti che avvolgono i capillari e che sono presenti in tutti i tessuti corporei e quindi permette il suo utilizzo in vari tessuti (cartilagine, ossa, tendini ecc).

Quando parliamo dell’utilizzo delle cellule del grasso, per meglio dire, cellule della frazione stromale del grasso, intendiamo un trapianto di tessuto autologo minimamente manipolato che mantiene quindi tutte le sue proprietà e capacità rigenerative.

Oltre a queste caratteristiche – ovvero di essere altamente proliferative e capaci di differenziarsi in diverse linee cellulari – le cellule mesenchimali hanno anche un’azione paracrina ovvero di richiamo e attivazione nei confronti delle cellule residenti.
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L’età del paziente influisce sulla rigenerazione?

omega3-vitaminad

Sì, in quanto vi è una diminuzione di potens legata all’età.

Vi sono però strategie per eliminare questa differenza come per esempio aumentare la quantità di tessuto prelevato.

Tuttavia, diversi studi si sono soffermati sulla possibilità di utilizzare la medicina rigenerativa associata a supplementi o a farmaci senolitici, per eliminare le cellule senescenti dei tessuti, e per poter quindi utilizzare le cellule mesenchimali migliorandone la potenza come se provenissero da un paziente “ringiovanito”.

Anche omega 3 e vitamina D ad alte dosi hanno funzione anti-infiammatoria che potrebbe prevenire la progressione di malattie autoimmuni, croniche e degenerative. Si vorrebbe quindi arrivare a rallentare i processi di invecchiamento legati alle patologie croniche degenerative.

In futuro ci sarà una combinazione di terapie che prevederanno la combinazione di medicina rigenerativa tissutale con farmaci senolitici, senoterapeutici, ma anche supplementi come omega3 e vitamina D che stanno già dando risultati sulla riduzione della mortalità che sembrerebbe – tra le altre cose – legata agli indici di omega3 che si hanno nel sangue.
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Utilizzo della medicina rigenerativa in un paziente con protesi

medicina rigenerativa protesi caviglia

Sicuramente in futuro sì.

Si stanno studiando delle implementazioni che permetteranno l’utilizzo di terapie congiunte. Al momento, per esempio, sono state testate le cellule mesenchimali staminali sulle protesi mammarie.

Anche in ambito ortopedico spesso le cellule mesenchimali staminali sono utilizzate non solo come terapia unica ed isolata, ma come supplemento per aumentare il tasso di riuscita o la velocità di guarigione di altre procedure.

La vera novità del futuro, che stiamo ricercando fin da ora, è la possibilità di una “terapia su misura”.

Le terapie saranno sicuramente “ri-modellate” e create in base al paziente, in quanto gli sviluppi sono destinati a diventare, volgarmente, sempre più “sartoriali”, appunto sempre più su misura.

Per impostare un piano terapeutico personalizzato, è però necessario avere un quadro generale del paziente. Questo diventa indispensabile per capire quali valori si vogliono normalizzare e quali promesse possono essere fatte.

Per essere più chiaro.

Oggigiorno quando parliamo di medicina rigenerativa, non banalizziamo queste terapie pensando che si tratti di andare dal medico a farsi iniettare “qualcosa” nell’articolazione che rigeneri i tessuti.

Oggigiorno la necessità che ci spinge ad andare dal medico deve essere quella di conoscersi per poter creare la terapia giusta in base alle esigenze, ma soprattutto alle caratteristiche del singolo paziente.
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Impatto economico medicina rigenerativa VS protesi

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Ci si scontra spesso con la questione legata ai costi, soprattutto per quanto riguarda il campo della medicina rigenerativa: non sempre questi trattamenti vengono riconosciuti dal Sistema Sanitario Nazionale, ma anche nel mondo del privato e delle assicurazioni è difficile che vengano riconosciuti.

È difficile far comprendere il risparmio in prevenzione di una patologia.

Ad esempio, il Lipogems costa molto meno rispetto ad una protesi: ma come possiamo far comprendere ai pazienti che ritardare di diversi anni un’operazione è effettivamente un risparmio non solo morale, ma anche economico?

Quando si riesce ad allungare anche di pochi anni l’health spam di cui parlavamo prima, ovvero la longevità sana, è indubbio il vantaggio economico diretto ed indiretto, ovvero legato al mantenimento della propria capacità produttiva e alla non necessità di sottoporsi a terapie e/o interventi chirurgici con un conseguente beneficio non solo fisico, ma anche emotivo.
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A domanda, risposta

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