In questo articolo parliamo in dettaglio di:
L’alluce è molto importante per la deambulazione, perché sostiene una parte rilevante del peso del corpo sia durante la fase di spinta che in quella di appoggio.
Quando il piede è in salute, ha un orientamento quasi parallelo a quello delle altre dita.
Se l’alluce risulta invece deviato in modo che la sua punta sia convergente con quella delle altre dita, la sua condizione prende il nome di alluce valgo.
Sebbene la diagnosi sia spesso piuttosto semplice da formulare, chiedo sempre di effettuare una radiografia del piede in fase di carico, ovvero mentre sostiene il peso del corpo, per evidenziare le eventuali patologie correlate e valutarne più attentamente caratteristiche e limitazioni.
Chi segue i miei articoli saprà infatti che il piede deve essere considerato come una struttura anatomica unica, da analizzare nel complesso.
L’alluce valgo si accompagna e spesso rappresenta la causa di deformità quali:
Altre volte si associa a condizioni come il piede piatto, deformità da analizzare con attenzione se associata al valgismo dell’alluce, per evitare o ridurre il rischio di recidiva dell’alluce valgo in caso si preveda un intervento chirurgico.
Attraverso la diagnostica per immagini (le radiografie), sarà possibile quantificare con precisione il grado di deviazione dell’alluce, analizzare l’intera dinamica del piede in carico, per esempio prevedendo o meno una correzione associata dei metatarsi e delle dita o, più raramente, del retropiede.
Le terapie conservative possono trovare spazio in alcuni casi.
Un plantare per esempio può essere un valido alleato per aiutare il paziente a gestire il dolore metatarsale, non certo per lenire la sintomatologia a livello della “cipolla” o delle callosità dorsali che, per esempio, si formano sulle dita in caso di griffe.
Tuttavia la natura della patologia, nel caso dell’alluce valgo, è nella deformazione dell’articolazione: si tratta quindi di una condizione di natura scheletrica che con il tempo può assumere delle caratteristiche di tipo degenerativo, dovute proprio alla deviazione dell’asse dell’alluce che lavora in modo scorretto.
Proprio per questo motivo la vera correzione dell’alluce valgo è chirurgica.
È evidente che non esiste un’unica risposta, valida per tutti e a tutte le età.
Esiste, infatti, un alluce valgo che l’organismo compensa, ma che può essere destinato ad evolvere in grandi deformità. In condizioni simili, è importante essere razionali e programmare una correzione prima che la deformità imponga scelte chirurgiche più invasive.
Al contrario, esistono forme di lieve valgismo dell’alluce, che non lasciano presagire una pericolosa evoluzione e che rappresentano solo un disturbo estetico evidente a piedi nudi o quando si prova ad indossare scarpe a punta, magari con un tacco 12.
In questi casi è bene riflettere: si tratta di un problema estetico o funzionale?
Questa è una domanda importante per entrambi: chirurgo e paziente.
Un intervento ortopedico è, infatti, per definizione un’operazione con la finalità di risolvere o migliorare dei sintomi lamentati dal paziente per incrementare la funzione.
Un intervento estetico ha, invece, l’obiettivo di modificare qualcosa che crea disagio estetico e psicologico nel paziente. La differenza sostanziale è che ad un miglioramento estetico non corrisponde necessariamente un miglioramento funzionale.
Quindi, prima di qualsiasi decisione è importante avere una diagnosi chiara.
È evidente che la “cipolla” o l’ “alluce storto” lo si può identificare senza bisogno di essere medici.
Quello che il chirurgo del piede ci può dire è che tipo di alluce valgo abbiamo, la sua evoluzione e sulla base di questo programmare il trattamento.
Un alluce valgo può essere determinato da un’alterazione locale o, invece, correlato ad una deformità più complessa del piede, più frequentemente il piede piatto.
È molto importante comprendere questo: non farlo, significa una scelta sbagliata ed un elevato rischio di recidiva.
“Quando fa male!” è una risposta indubbiamente un po’ riduttiva.
Infatti, una deformità importante o semplicemente ad elevata evolutività per la sua instabilità può essere considerata una candidata all’intervento per l’alluce valgo anche in caso la sintomatologia non sia eclatante.
Pertanto, per rispondere a questa domanda è importante ricevere prima una diagnosi, che chiarisca che tipo di deformità si tratta.
Non è difficile: è sufficiente una radiografia dei due piedi in carico (ossia eseguita stando in piedi) ed una successiva valutazione super-specialistica.
Quindi, il messaggio è che sicuramente quando una deformità patologica come l’alluce valgo comincia a far male è necessario ricevere una diagnosi e pianificare un trattamento.
Infatti, il semplice cambio delle calzature, oltre a penalizzare la nostra socialità, posticiperà il problema, ma non arresterà l’evoluzione delle deformità.
In questi casi il rischio è di ritrovarsi a dover correggere una deformità importante, con tecniche più invasive, mentre agendo per tempo è sempre possibile ridurre l’invasività dell’intervento, concedere un carico precoce ed un ritorno altrettanto precoce a calzature esteticamente appaganti.
Nella maggior parte dei casi, non vi è un momento specifico in cui bisogna affrontare l’intervento per la correzione dell’alluce valgo. Così come non esiste una stagione in cui sia meglio effettuare l’intervento.
Questo è legato principalmente al grande miglioramento delle tecniche chirurgiche che sfruttano i principi della mini-invasività per rendere questa procedura veloce, affidabile e dal rapido recupero.
Situazioni particolari sono invece quelle in cui l’ulcerazione della borsite obbliga all’utilizzo di antibiotici e pone a rischio di infezione: in questi casi l’intervento non può essere rimandato.
In tutti gli altri casi, per pianificare l’intervento è importante un corretto planning.
A questo servono la visita e le radiografie in carico, per definire non solo la modalità di correzione a livello del primo dito, l’alluce, ma per valutare inoltre la presenza di un sovraccarico metatarsale o di un’eventuale deformità delle dita, che non possono essere ignorate e che devono rientrare nella correzione, senza che questo allunghi la convalescenza dopo l’intervento all’alluce valgo.