In questa intervista al dr. Usuelli rispondiamo ad alcune delle domande più frequenti sul dolore alle dita dei piedi.
In particolare, approfondiamo i sintomi dolorosi che riguardano le piccole dita e le patologie che possono causarli.
INDICE
Le cause per il dolore alle dita dei piedi sono tantissime e di natura molto diversa. In questo articolo ci concentriamo su quelle legate alla presenza di specifiche patologie, fra cui:
Le domande dell’intervista sono state pensate per aiutare il paziente a riconoscere e distinguere alcuni dei sintomi più comuni in autonomia. In caso di dolori che si protraggono nel tempo, ti consigliamo comunque una visita specialistica.
Partiamo descrivendo le deformità delle piccole dita, che possono essere dolorose e spesso sono legate a un alluce valgo.
Quando l’alluce perde la sua funzione di guida, il passo cambia regia.
Le piccole dita si deformano perché costrette a compensare, si irrigidiscono o diventano dolenti. Ne risultano alcune comuni patologie digitali.
Quando l’alluce non spinge più, il carico si trasferisce sui metatarsi laterali: è la metatarsalgia da transfer.
Le dita minori reagiscono cercando stabilità: si flettono e si arricciano, fino a formare le cosiddette dita a griffe.
Le dita a griffe sono deformità in cui la base della falange si estende e le due articolazioni successive si flettono, creando una curvatura simile a un artiglio.
Con il tempo, diventano rigide e dolorose, soprattutto nelle scarpe chiuse, dove il dorso delle dita sfrega contro la tomaia.
Quando la deformità a griffe si irrigidisce anche sull’articolazione più distale (quella tra la seconda e la terza falange), si parla di mallet toe.
È una deformità in cui la punta del dito si piega verso il basso in modo permanente, spesso con un callo o una lesione cutanea sull’apice.
Il mallet toe non è solo una questione estetica: altera il contatto del piede con il suolo e può rendere difficile anche l’uso di calzature normali.
Sul lato esterno del piede può comparire una piccola sporgenza ossea alla base del quinto metatarso: è la bunionette, o “cipolla del quinto dito”.
Nasce dallo stesso principio dell’alluce valgo, ma “al contrario”: il quinto metatarso devia verso l’esterno e il dito verso l’interno.
Questo porta attrito laterale con la scarpa e può spingere il quarto dito, creando nuove deformità e dolore combinato.
È una deformità più complessa, in cui un dito (spesso il secondo) si sovrappone o si incrocia con l’alluce.
Può comparire sia in caso di alluce valgo, sia di alluce rigido:
Il risultato è un dito instabile, doloroso e spostato, che tende a uscire dalla sua articolazione (lussazione metatarso-falangea).
Il neuroma di Morton è una neuropatia da intrappolamento di un piccolo nervo plantare, quasi sempre tra il terzo e il quarto metatarso.
Non è una deformità ossea, ma una lesione del nervo provocata da compressione o attrito cronico.
Il dolore è tipico: una fitta elettrica o bruciore che si irradia verso le dita, spesso associato alla sensazione di “sassolino nella scarpa”.
Le piccole dita raccontano la storia dell’alluce: quando l’alluce perde direzione o movimento, le dita minori si sacrificano per mantenere l’equilibrio.
Riconoscere queste deformità precocemente significa intervenire prima che diventino rigide e dolorose.
Il dolore alle dita dei piedi è spesso un effetto a catena: quando un alluce valgo altera l’equilibrio del passo, il carico si sposta in avanti e lateralmente, generando metatarsalgia da transfer e, nel tempo, artrosi delle articolazioni minori.
Capire dove nasce il dolore significa leggere la storia che il piede sta raccontando.
Quando l’alluce valgo perde la sua funzione di spinta, il carico si sposta sui metatarsi centrali. Il decorso e i suoi sintomi sono i seguenti:
Quando la rigidità coinvolge anche l’articolazione più distale, si parla di mallet toe.
Spesso, il piede con alluce valgo associa a questo dolore anche una metatarsalgia anteriore, per il sovraccarico costante dell’avampiede.
Il dolore della bunionette — o “cipolla del quinto dito” — si trova sul bordo esterno del piede, alla base del quinto metatarso.
In chi ha anche alluce valgo, il piede lavora “a pinza”: l’alluce devia medialmente, il quinto dito lateralmente, e il dolore diventa bilaterale.
Il cross toe genera dolore alla base del secondo dito, dove questo si incrocia o si sovrappone all’alluce.
La trazione anomala sull’articolazione metatarso-falangea causa infiammazione e metatarsalgia localizzata.
Con il tempo, il continuo disallineamento può determinare artrosi metatarso-falangea e perdita di stabilità.
Quando l’alluce valgo spinge lateralmente o l’alluce rigido blocca il movimento, il secondo dito diventa il punto di scarico e, inevitabilmente, di dolore.
Il neuroma di Morton provoca un dolore acuto, tra il terzo e il quarto metatarso, descritto come una scossa o una fitta elettrica.
È diverso dalla metatarsalgia classica: qui la causa è neuropatica, dovuta alla compressione del nervo interdigitale.
Nei piedi con alluce valgo, la deviazione altera la dinamica plantare e accentua la compressione tra i metatarsi, favorendo la comparsa del neuroma.
Con il tempo, l’infiammazione cronica può indurre artrosi reattiva nelle articolazioni adiacenti, amplificando il dolore diffuso all’avampiede.
Non tutto ciò che “formicola” nel piede è un neuroma di Morton.
Molti pazienti arrivano in ambulatorio dicendo: “Sento un bruciore tra le dita, quindi dev’essere un neuroma”.
In realtà, non ogni parestesia al dito è un neuroma: spesso il dolore alle dita nasce da problemi biomeccanici, come metatarsalgia o alluce valgo, piuttosto che da una vera lesione nervosa.
Il neuroma vero ha caratteristiche molto precise:
Se guardando la pianta del piede non hai calli o ispessimenti, il dolore non è biomeccanico: la pelle liscia racconta che non c’è sovraccarico, ma piuttosto una causa “interna”, come la compressione di un nervo.
Il dolore tipico del neuroma di Morton si manifesta così:
È un dolore meccanico da compressione del nervo, non da carico.
Infatti, fa male anche da seduto, quando non stai usando il piede, se la scarpa stringe lateralmente.
E al contrario, non fa male a piedi nudi, perché il nervo non è compresso.
In breve:
- se il dolore è tra terzo e quarto dito,
- peggiora con scarpe strette,
- migliora appena le togli,
- e non ci sono calli sulla pianta,
allora è molto probabile che si tratti di un neuroma di Morton.
Se invece il dolore è diffuso, associato a callosità o si accentua camminando, il problema è più spesso biomeccanico, legato a metatarsalgia o alluce valgo.
Il dolore alle dita dei piedi non è mai solo un “problema locale”.
È il segnale che qualcosa, nel modo in cui il piede si muove e distribuisce i carichi, ha perso armonia.
Nel paziente con alluce valgo, queste alterazioni si traducono in metatarsalgia, deformità e, a lungo andare, artrosi delle piccole articolazioni.
La buona notizia è che, spesso, si può intervenire in modo efficace senza ricorrere subito alla chirurgia.
Il primo passo è semplice: togliere ciò che irrita.
Scarpe troppo strette, punte affusolate o tomaie rigide aumentano la pressione sulle dita e peggiorano le deformità.
Scegli invece:
Quando il dolore nasce da dita a griffe o mallet toe, meno è meglio: ridurre l’ingombro nella scarpa è già terapia.
Il plantare su misura può essere un aiuto prezioso se è presente metatarsalgia, cioè dolore sotto le teste metatarsali.
In questo caso aiuta a ridistribuire i carichi e a stabilizzare il primo raggio, soprattutto nei piedi con alluce valgo.
Ma attenzione:
Il plantare funziona quando il piede è ancora “funzionale”, non quando è già strutturalmente bloccato.
Il piede non va solo protetto: va rieducato.
Muoverlo in modo corretto aiuta a migliorare la funzione dell’alluce, ridurre la metatarsalgia e prevenire l’artrosi.
Ecco alcuni esercizi utili contro il dolore alle dita dei piedi:
L’obiettivo non è solo rinforzare, ma rieducare: imparare a usare di nuovo il piede come un insieme armonico.
La salute del piede riflette la salute del corpo intero.
Essere un good healer significa prendersi cura del proprio equilibrio globale, non solo del dolore.
Essere un good healer significa non subire la malattia, ma partecipare alla guarigione.
Ogni passo diventa una forma di cura.
In breve, il dolore alle dita è un messaggio, non un destino.
Se togli le cause di attrito, usi il plantare solo quando serve, ti muovi con consapevolezza e curi il tuo equilibrio generale, il piede può ritrovare la sua armonia.
Perché un piede che si muove bene non è solo meno dolente, è un piede che sa ancora raccontare salute.
Può capitare che l’alluce valgo, soprattutto nelle giornate calde o dopo molte ore in piedi, si infiammi: la pelle sopra la “cipolla” diventa rossa, calda, dolente al tatto.
È una condizione frequente e, nella maggior parte dei casi, reversibile se trattata con attenzione.
Il primo passo è semplice ma fondamentale: togli ciò che irrita.
Evita scarpe rigide, strette o con cuciture proprio sulla sporgenza.
Meglio scarpe morbide o senza tomaia chiusa: l’obiettivo è ridurre la pressione sulla borsite e permettere alla pelle di respirare.
Durante la fase acuta, lascia il piede più libero possibile.
Sandali o ciabatte con fascia ampia e morbida sono l’opzione migliore.
Evita tacchi, punte strette e materiali sintetici: ogni sfregamento peggiora l’infiammazione.
Quando la zona diventa molto arrossata, gonfia o calda, o se compaiono piccole lesioni cutanee o secrezioni, può esserci una borsite infetta.
In questo caso, è importante consultare il medico curante, che potrà prescrivere una terapia antibiotica per bocca e valutare se serve un controllo più approfondito.
Quando il dolore e il gonfiore si riducono, è il momento di rivolgerti a uno specialista.
L’obiettivo è capire perché si è infiammato l’alluce:
Un alluce valgo infiammato è un segnale, non un incidente.
Curare la fase acuta è importante, ma capirne la causa serve a evitare che torni.
Leggi anche il nostro articolo di approfondimento sui sintomi e sulle cure per l'alluce valgo.