Metatarsalgia: Sintomi, Cause, Rimedi, Cure, Tipologie e differenze tra neurogena e meccanica

metatarsalgia neurogena o meccanica

Se avverti dolore concentrato nella parte anteriore del piede, potresti essere affetto da metatarsalgia, una condizione che coinvolge la zona del metatarso del piede.

In questo articolo esploreremo in dettaglio due tipi di questa patologia del piede: la forma meccanica e quella neurogena, nota anche come neuroma di Morton. Analizzeremo le differenze tra queste due condizioni e forniremo approfondimenti sulle varie opzioni di trattamento, dalla terapia conservativa all’intervento chirurgico. 

Scopriamo insieme come gestire efficacemente questa condizione dolorosa e ripristinare il benessere dei piedi.

Che cos’è la metatarsalgia?

definizione di metatarsalgia

Il termine metatarsalgia descrive un disturbo ad eziopatogenesi multipla, caratterizzato da un’infiammazione che coinvolge i metatarsi, ovvero le ossa tra le falangi delle dita e le ossa del tarso. 

La patologia si manifesta con dolore all’avampiede, localizzato soprattutto intorno a una o più teste metatarsali. 

In questi casi, i metatarsi vengono percepiti dai pazienti come dei sassolini sui quali il piede appoggia con dolore e difficoltà nella deambulazione, nonché con una conseguente limitazione funzionale.

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Metatarsalgia, i sintomi per riconoscerla

sintomi metatarsalgia

Non è raro però, che il dolore al metatarso sia accompagnato da ipercheratosi plantari, ovvero veri e propri calli che si formano a protezione dei metatarsi sovraccaricati. Un altro sintomo che può colpire alcuni pazienti è la sensazione di formicolio, anche questo legato alla esagerata esposizione dei metatarsi al carico.

Questa condizione può essere localizzata ad un solo metatarso, tipicamente il secondo o coinvolgere più teste metatarsali, prendendo il nome di metatarsalgia centrale.

Altri sintomi tipici dell’infiammazione al metatarso includono:

  • Dolore plantare all’avampiede crescente quando si cammina o corre;
  • Intorpidimento delle dita dei piedi;
  • Avampiede gonfio;
  • Borsite.

Spesso, il dolore al metatarso del piede è così intenso da determinare una postura scorretta delle articolazioni della caviglia e del ginocchio, causando dolore anche in queste aree. L’impatto sulla mobilità può essere notevole, con la possibilità di gravi deficit nella capacità di camminare.

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Le cause della Metatarsalgia

Il dolore localizzato al metatarso del piede, spesso causato da squilibri biomeccanici legati a anomalie di lunghezza, posizione o movimento dei metatarsi, può anche derivare da traumi precedenti o essere associato a malattie sistemiche come l’artrite reumatoide. 

In molti casi, questa condizione il dolore del metatarso si accompagna ad altre deformità dell’avampiede, come l’alluce valgo, le dita a martello o il neuroma di Morton. L’infiammazione risultante può diventare cronica, aggravando ulteriormente il disagio e il dolore.

A seconda della causa primaria, la patologia si definisce come di origine meccanica o di origine neurogena.

L’infiammazione che accompagna il dolore dell’avampiede può essere debilitante e richiedere interventi specifici per alleviare i sintomi.

Sono maggiormente a rischio di sviluppare questa condizione i soggetti con piedi cavi anteriori e piedi piatti traversi. Solitamente colpisce adulti o anziani, con una prevalenza nel sesso femminile, possibilmente a causa di predisposizione congenita o dell’uso frequente di calzature con tacco alto e punta stretta, che possono peggiorare il sovraccarico e squilibrio nell’avampiede.

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I due tipi di metatarsalgia

metatarsalgia-meccanica-neurogena

Come già anticipato, la metatarsalgia è quindi differente a seconda che le sue cause primarie siano o meno di natura meccanica.

La condizione di dolore e infiammazione del metatarso, infatti, può essere classificata in due forme principali: la biomeccanica, causata da uno squilibrio nel carico del peso sull’ avampiede, e la neurogena, associata ad altre condizioni che analizzeremo nel dettaglio.

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Metatarsalgia meccanica

La metatarsalgia di origine biomeccanica è dovuta ad uno squilibrio meccanico del piede, nella maggior parte dei casi correlato a deformità del primo dito, come:

Infatti le deformità del primo raggio portano inevitabilmente ad una alterazione della normale funzione dell’alluce . Questo significa che, non solo l’alluce si “rifiuta” di eseguire il suo compito di spinta nella fase propulsiva del passo. 

Ma, fa svolgere la sua mancata funzione ai metatarsi limitrofi, talvolta solo al secondo metatarso, altre volte coinvolge anche il terzo e quarto, in quest’ultimo caso si parla di metatarsalgia centrale. È possibile anche avvertire un senso di formicolio all’alluce.

È al contrario molto raro che la metatarsalgia sia legata al solo sovrappeso ed è assolutamente scorretto parlare di calzature troppo strette e a punta come causa del problema.

Ho più volte sottolineato come le calzature non siano infatti la causa della deformità.

Tra le altre cause meccaniche vi sono i traumi. Si parla di fratture da stress, tipiche degli sportivi, i runners in particolare, che si allenano quotidianamente sovraccaricando l’avampiede e i metatarsi, causando anche infiammazione e insensibilità all’alluce.

È doveroso specificare che vi sono alcune patologie sistemiche quali l’artrite reumatoide, che possono essere fra le cause primarie di metatarsalgia. In questi casi si tende comunque a parlare di forma meccanica in quanto l’infiammazione del metatarso del piede e il dolore cronico all’avampiede che ne consegue sono comunque determinati da un’alterazione dell’anatomia del piede causata dalla patologia primaria.

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Metatarsalgia neurogena o neuroma di Morton

Il metatarso infiammato può anche essere di origine neuropatica, quindi neurogena.

L’esempio più calzante è quello del neuroma di Morton.

Il neuroma di Morton è causato dall’ispessimento del nervo sensitivo interdigitale (più comunemente tra il terzo e il quarto dito) che si accompagna a un quadro sintomatologico caratterizzato da:

  • una sensazione di intorpidimento;
  • la perdita di sensibilità a livello delle dita del piede, tipica sensazione del “calzino messo male”;
  • bruciore;
  • percezione di piccole scosse elettriche durante il passo; 
  • immediata sensazione di sollievo quando si tolgono le scarpe.

Questa sintomatologia è legata alla compressione nervosa e al conseguente ispessimento del nervo interdigitale, ma non è sempre facile distinguere fra metatarsalgia biomeccanica e neuroma di Morton, se non con una diagnosi accurata.

È per questo motivo che è di primaria importanza un attento esame obiettivo e una valutazione con una radiografia in carico che possa aiutarci nella diagnosi di esclusione, essendo spesso ecografie e risonanze positive per Neuroma di Morton anche quando non è il neuroma a rappresentare il problema.

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Infiammazione metatarsale: come diagnosticarla

diagnosi metatarsalgia

Durante la visita specialistica ortopedica, il medico valuterà attentamente la deambulazione del paziente alla ricerca di eventuali anomalie e analizzerà la presenza di deformità associate, di gonfiore e infiammazione al metatarso del piede interessato ed eventuali callosità plantari doloranti. Il dolore cronico al metatarso è un sintomo chiave che il medico cercherà di identificare durante l’esame.

Per una valutazione completa, oltre all’esame oggettivo in sede di visita, la diagnosi di metatarsalgia si effettua attraverso la radiografia del piede in carico. È detta così perché viene effettuata mentre il paziente, in piedi, carica il peso del corpo sugli arti inferiori.

Questa procedura diagnostica serve per valutare la struttura, l’allineamento del piede e le sue condizioni biomeccaniche mentre il paziente è in posizione eretta e carica il peso del corpo sugli arti inferiori. 

Tutti aspetti che possono essere cruciali per diagnosticare il tipo di infiammazione al metatarso e individuare il corretto trattamento terapeutico per alleviare il dolore.

È chiaro che la metatarsalgia ha una correlazione indissolubile con il nostro utilizzo del piede. Per questo motivo la radiografia in carico è un esame di primo livello fondamentale.

Tuttavia, oggi la TAC in Carico permette approfondimento e comprensione maggiore. Si tratta di uno strumento che permette di valutare il piede mentre sta lavorando (ossia mentre è in piedi, in “carico”). Successivamente all’acquisizione delle immagini, software di misurazione semiautomatica che sfruttano l’intelligenza artificiale, permettono di studiare al meglio la distribuzione dei carichi patologici.

Tale approccio si rivela utile nei casi parafisiologici (quasi nella norma) per ottimizzarne la funzione, nei casi patologici che meritano trattamento conservativo ( per esempio, ottimizzando i plantari con una loro attenta analisi) e nei casi chirurgici per pianificare il trattamento nel modo più efficace ed affidabile possibile.

tac in carico metatarsalgia

Planning pre-operatorio con TAC in carico

 

tac metatarsalgia

Planning pre-operatorio con TAC in carico

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Metatarsite: rimedi conservativi

Nei casi più lievi di infiammazione del metatarso, è possibile ricorrere a misure conservative come 

  • l’utilizzo di plantari personalizzati
  • l’assunzione di farmaci anti-infiammatori.

L’intervento chirurgico non è sempre necessario come prima opzione di trattamento. Inizialmente, la metatarsalgia biomeccanica, spesso correlata a deformità dell’alluce quali alluce valgo e alluce rigido, può essere controllata con l’ausilio di un plantare su misura, che serve ad alleviare il carico sulle teste metatarsali.

Questo approccio è particolarmente efficace nelle forme iniziali delle metatarsalgie biomeccaniche, quando il dolore a livello del metatarso del piede non è eccessivo, ma sono evidenti callosità e duroni.

È bene spiegare al paziente che non tutti trovano beneficio dall’utilizzo dei plantari per metatarsalgia, ma che di fatto questo rappresenta l’unica alternativa all’intervento chirurgico.

Questo non per la sua potenzialità correttiva, il plantare non corregge mai, ma per la sua capacità nell’aiutare a controllare, almeno in parte, i sintomi.

Al contrario non suggerirei mai ad un paziente con un Neuroma di Morton di indossare un plantare. Questo verrebbe vissuto come una limitazione e un ingombro all’interno della calzatura, portando ad un aumento della compressione e ad un peggioramento della sintomatologia dei metatarsi infiammati.

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Infiammazione metatarso piede: intervento chirurgico e il post operatorio

L’approccio chirurgico varia in base alla diagnosi. Nei casi di metatarsalgia del piede meccanica refrattaria alla terapia conservativa con il plantare, la soluzione risolutiva è data dall’intervento chirurgico.

Questo intervento deve affrontare la causa primaria dell’infiammazione al metatarso del piede che provoca dolore correggendo innanzitutto eventuali deformità dell’alluce. Solo dopo una eventuale operazione all’alluce valgo, si possono eseguire osteotomie dei metatarsi centrali. Queste sono eseguibili con tecnica interamente mini-invasiva, utilizzando piccole incisioni.

L’intervento viene interamente eseguito in anestesia periferica, che permette di mantenere il piede addormentato per favorire il controllo del dolore nel post-operatorio.

Dopo l’intervento, sarà necessario indossare una scarpa post-operatoria piana per circa 30 giorni, al termine dei quali il paziente potrà iniziare nuovamente a camminare con una scarpa comoda, come quelle ginnastica per esempio.

Se l’infiammazione dell’osso metatarsale del piede è associata al neuroma di Morton, l’intervento prevede invece l’asportazione del neuroma

Un’alternativa all’intervento chirurgico è la sclero-alcolizzazione, che consiste nell’infiltrare una miscela di anestetico e alcol sotto guida ecografica. 

Sono diversi gli studi scientifici condotti per valutare l’efficacia e la sicurezza del trattamento percutaneo della Sindrome di Civinini-Morton causata da neuroma solitario di Morton. Ma servono ulteriori indagini cliniche per dimostrare la completa efficacia e affidabilità di questa tecnica.

La chirurgia tradizionale per l’asportazione del neuroma di Morton è stata notevolmente migliorata, e oggi può essere eseguita con tecniche mini-invasive utilizzando un’anestesia periferica.

Nel post operatorio non sarà necessario indossare una apposita scarpa post-operatoria, ma sarà più che sufficiente una calzatura comoda, non prevedendo questo intervento tagli ossei.

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FAQ – Domande più frequenti su metatarsalgia, gestione del dolore e prevenzione

1.La metatarsalgia del piede con quali sintomi si manifesta?

La patologia si presenta con un dolore acuto sotto la zona dell’avampiede, che peggiora quando si cammina o si corre, oppure con bruciore localizzato sempre nella zona del metatarso del piede infiammato. Il sintomo doloroso può accompagnarsi a intorpidimento del piede, borsiti e calli.

2.Dolore sotto il piede camminando: come capire se è metatarsalgia?

Il dolore sotto il piede, soprattutto quando si cammina, può essere un segnale indicativo di metatarsalgia. Questo dolore può variare in intensità, manifestandosi come una sensazione acuta, sorda o bruciante, e tende a peggiorare quando si sta in piedi per molte ore, si corre o si cammina a lungo. Tuttavia, capire se il dolore che si avverte è effettivamente causato da metatarsalgia richiede un’attenta valutazione dei sintomi e, eventualmente, una visita specialistica.

3.Come gestire il dolore causato dalla metatarsalgia? 

Prima di tutto riposa e evita attività che possano peggiorare il dolore. Applica ghiaccio sul metatarso interessato dal dolore per ridurre l’infiammazione e indossa scarpe confortevoli con adeguato supporto dell’arco plantare. Se il dolore è intenso, consulta un medico per farmaci antinfiammatori. La fisioterapia può essere utile per eseguire esercizi mirati. Inoltre, massaggiare la zona può aiutare ad alleviare la tensione muscolare. 

4.Dove si trova il metatarso del piede?

Il metatarso del piede si trova nella parte centrale e anteriore del piede, tra le ossa tarsali (che compongono il retropiede) e le falangi delle dita. Il metatarso è costituito da cinque ossa metatarsali, numerate dall’uno al cinque a partire dal lato interno del piede (alluce) verso l’esterno (mignolo). Queste ossa sono fondamentali per la struttura del piede e per la distribuzione del peso corporeo durante la deambulazione e altre attività.

5.Si può prevenire l’infiammazione ossea al metatarso del piede

La prevenzione include misure come indossare scarpe comode, camminare a piedi scalzi quando possibile, utilizzare plantari su misura, evitare attività che mettono eccessiva pressione sulla parte anteriore del piede. Anche una postura corretta e mantenere un peso corporeo sano contribuisce ulteriormente a ridurre lo stress sui metatarsi e prevenire questa condizione.

6.Chi cura la metatarsalgia?

La metatarsalgia è curata principalmente da un chirurgo ortopedico, che diagnostica la condizione tramite esami clinici e radiografici e propone trattamenti che vanno dalle terapie conservative agli interventi chirurgici. Anche il podologo svolge un ruolo importante, offrendo plantari ortopedici su misura, consigli su calzature ed esercizi specifici. Il fisioterapista può aiutare con esercizi di riabilitazione e terapie fisiche per ridurre il dolore e migliorare la funzione del piede. 

7.Quanto tempo ci vuole per guarire dalla metatarsalgia?

Il tempo di guarigione dalla metatarsalgia varia a seconda della gravità e dei trattamenti adottati. Nei casi lievi, il recupero può richiedere alcune settimane con riposo, ghiaccio e plantari ortopedici. Nei casi più gravi, con interventi chirurgici o condizioni sottostanti, il recupero può estendersi a diversi mesi con una gestione più complessa della condizione.

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