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Sindrome del tunnel tarsale: sintomi e diagnosi differenziale

Scritto da Federico Usuelli | 5-dic-2025 11.00.02

In questo articolo parliamo della sindrome del tunnel tarsale, dei sintomi più comuni e delle patologie con manifestazioni sintomatiche simili. Inoltre rispondiamo alle domande più comuni dei pazienti.

INDICE

Cos’è la sindrome del tunnel tarsale?

La sindrome del tunnel tarsale è una neuropatia compressiva del nervo tibiale posteriore (o dei suoi rami) mentre passa sotto il retinacolo dei flessori.

Quando reale, si presenta con:

  • dolore urente,
  • formicolii,
  • intorpidimento della pianta del piede,
  • peggioramento notturno.

È però molto meno frequente di quanto si credesse in passato.

Tunnel tarsale, dolore al tibiale posteriore e piede piatto: ciò che oggi sappiamo davvero

Per molti anni, quasi un’intera generazione, ogni dolore lungo il decorso del nervo e del tendine tibiale posteriore veniva interpretato come sindrome del tunnel tarsale.

Era una diagnosi frequente, usata quasi come un “ombrello” sotto cui raccogliere tutte le forme di bruciore, formicolio o dolore interno alla caviglia.

Negli ultimi dieci anni, però, la comprensione dell’anatomia funzionale della caviglia è cambiata radicalmente.

Oggi sappiamo con chiarezza che:

  • nella maggior parte dei casi non è il nervo tibiale a essere compresso,
  • ma è il tendine tibiale posteriore a essere infiammato o sofferente,
  • e soprattutto che questa tendinopatia è una conseguenza, non una causa primaria.

La vera origine del problema è un piede che cede medialmente per instabilità peritalare, lassità del legamento deltoideo ed evoluzione verso un progressive collapsing foot: il moderno nome del “piede piatto patologico da adulto”.

Le risposte alle domande dei pazienti

Le risposte alle domande che seguono cercano di fare chiarezza sulla reale incidenza della sindrome da tunnel tarsale, nonché sulle diagnositerapie disponibili.

Se ho bruciore ai piedi, significa che ho il tunnel tarsale?

Nella grande maggioranza dei casi, no.

Il bruciore interno alla caviglia o alla pianta del piede viene spesso frainteso come “tunnel tarsale”, ma nella pratica clinica moderna la causa più frequente è una tendinopatia del tibiale posteriore.

Le due strutture decorrono vicine e i sintomi possono sembrare sovrapponibili, ma il più delle volte il nervo non è compresso: è il tendine tibiale posteriore che soffre perché il piede sta cedendo.

Quali sono i sintomi più comuni di questa patologia? 

Quando il problema è realmente nervoso, cioè si tratta di una vera sindrome del tunnel tarsale, bruciore può essere accompagnato da:

  • formicolii persistenti,
  • intorpidimento,
  • peggioramento notturno,
  • sensibilità alterata.

Quando il problema è meccanico, invece, di solito si presenta con caratteristiche diverse:

  • dolore sul malleolo mediale,
  • stanchezza interna alla caviglia,
  • difficoltà a sollevarsi sulla punta,
  • impronta plantare che si allarga,
  • piede che cade verso l’interno,
  • bruciore plantare serale,
  • gonfiore locale.

È importante identificare correttamente la causa dei sintomi.

Ci sono altre patologie che possono causare gli stessi sintomi?

, e sono più frequenti del tunnel tarsale reale:

  • piede piatto acquisito / progressive collapsing foot,
  • tendinopatia del tibiale posteriore,
  • conflitto peritalare mediale,
  • lassità del legamento deltoideo,
  • neuropatie diabetiche,
  • lombosciatalgia,
  • fasciopatia plantare,
  • neuroma di Baxter,
  • Restless Legs Syndrome nelle forme sensitivo-notturne.

Nella pratica, però, la maggior parte dei sintomi “tipo tunnel tarsale” deriva dal cedimento dell’arco mediale.

Quali condizioni aumentano il rischio di sviluppare una sindrome del tunnel tarsale?

Esistono condizioni del piede che possono aumentare il rischio di una vera sindrome del tunnel tarsale. Fra queste le principali sono: 

  • cisti o gangli che comprimono il nervo,
  • esiti di fratture,
  • varici,
  • piede cavo rigido,
  • fibrosi post-chirurgiche.

In ogni caso, se si sospetta questa patologia, è necessario avviare il corretto percorso diagnostico.

Quale percorso diagnostico è consigliato?

I principali esami in grado di confermare o smentire una sindrome del tunnel tarsale e di identificare correttamente la patologia del paziente sono i seguenti:

  1. Visita ortopedica biomeccanica: Per valutare instabilità, appoggio e funzione del tibiale posteriore.
  2. Radiografie in carico: La prima indagine fondamentale per evidenziare un piede piatto acquisito e alterazioni dell’allineamento.
  3. TAC in carico: Il secondo livello diagnostico per valutare rotazioni e spazi articolari peritalari.
  4. RMN: Necessaria solo se serve vedere il tendine tibiale posteriore, i gangli o una reale compressione nervosa.

A seconda della diagnosi, varierà anche la terapia prescritta.

Come si curano i sintomi da tunnel tarsale?

La cura dipende dalla causa reale

  • Nei rari casi di vero tunnel tarsale: se viene documentata una compressione del nervo in un piede normale o cavo si procede a una decompressione chirurgica (“tarsal tunnel release”).

Se la diagnosi invece dovesse risultare diversa, le opzioni sono altre. La prima scelta in genere è un trattamento conservativo:

  • plantari su misura per sostenere la volta,
  • potenziamento eccentrico del tricipite surale,
  • stretching tricipite,
  • isometrie quadricipite,
  • core stability,
  • rieducazione posturale.

Inoltre esiste l'opzione della terapia infiltrativa, per la quale è da evitare il cortisone, ma può essere considerata la PRP in casi selezionati.

Nei casi di piede piatto evolutivo, entra in gioco anche la chirurgia con:

  • allineamento del retropiede,
  • stabilizzazione peritalare,
  • osteotomie,
  • transfer tendinei per ridurre carico sul tibiale posteriore.

È chiaro che per impostare un percorso diagnostico efficace è fondamentale una corretta diagnosi.