I tempi di recupero dopo una distorsione di caviglia

distorsione caviglia tempi di recupero

La distorsione di caviglia è un evento molto comune che può rappresentare un piccolo dramma per il paziente. In Italia ogni giorno, se ne verificano oltre 10.000 casi.

È suddivisa in:

  • distorsione di caviglia di eversione: quando il piede di orienta verso l’esterno, è un evento più raro, ma indubbiamente più grave ed a rischio di compromissione di strutture anatomicamente delicate;
  • distorsione di caviglia in inversione: quando il piede si orienta verso l’interno.

La variabilità dei sintomi della distorsione alla caviglia è molta: alcuni pazienti non avvertono il minimo disturbo se non una lieve tumefazione, altri riportano invece una sintomatologia algica importante, associata ad ematoma e una tumefazione che va a limitare anche il movimento della caviglia stessa.

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La diagnosi

visita distorsione caviglia

La sintomatologia non è sempre correlata con i danni procurati dalle distorsioni stesse.

Per questo motivo è importante visitare il paziente e rivalutarlo anche a distanza dall’evento traumatico, al fine di definire l’entità della distorsione.

La distorsione di caviglia deve essere valutata, non tanto basandosi sulla sintomatologia del paziente che può essere davvero molto soggettiva o sull’immediato esame obiettivo, bensì valutando nuovamente la caviglia a distanza di qualche settimana dall’evento traumatico.

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Gli esami da fare per la diagnosi

risonanza magnetica distorsione caviglia

Per riuscire ad utilizzare in modo efficace questa classificazione abbiamo bisogno però di eseguire una visita specialistica avendo a disposizione i corretti esami. Gli esami diagnostici indispensabili sono:

  • la radiografia;
  • la risonanza magnetica;
  • la TAC.

La radiografia rimane il nostro esame principe. Eseguita in carico (a differenza di quella in scarico, ovvero sdraiati, che viene eseguita normalmente in pronto soccorso subito dopo l’evento distorsivo) ci fornisce molte informazioni che sono alla base di qualsiasi classificazione. Valutare la conformazione ossea del piede e della caviglia infatti ci permette di capirne l’atteggiamento, la biomeccanica, le deviazioni assiali ed eventualmente di ipotizzare un planning chirurgico.

Non può però mancare la RMN (risonanza magnetica). Ci permette di valutare la componente legamentosa. Nella caviglia i legamenti sono extra-articolari, al contrario del ginocchio, questo gli permette di cicatrizzare e di guarire autonomamente. In alcuni casi però l’instabilità della caviglia è tale da non rendere sufficiente questi meccanismi riparativi.

Questo succede tipicamente quando oltre al legamento peroneo astragalico anteriore, che si lesiona in più dell’80% delle distorsioni di caviglia, si rompe anche il legamento peroneo calcaneare. In questi casi l’instabilità è tale da richiedere un intervento chirurgico.

La TAC ci aiuta ancor più della risonanza nel diagnosticare eventuali lesioni cartilaginee. Questo infatti non è un problema di gravità inferiore rispetto alla lesione legamentosa, né meno frequente. Al contrario una lesione osteocondrale può portare anche con più frequenza rispetto a una lesione legamentosa all’intervento chirurgico. La TAC ci aiuta a definirne con massima precisione la dimensione in modo da pianificare l’eventuale intervento chirurgico.

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Classificazione di una distorsione

Vi sono molte classificazioni utilizzate nella valutazione della distorsione di caviglia che si basano soprattutto sulla valutazione delle eventuali lesioni legamentose.

Nella maggior parti delle classificazioni, la gravità delle distorsioni viene valutata suddividendole in 3 gradi:

  • distorsione di primo grado: vede la presenza di un “allungamento” dei legamenti articolari in particolare LPAA (legamento peroneo astragalico anteriore). Non abbiamo quindi lesioni complete tendinee, né instabilità.
  • distorsione di secondo grado: parziale lesione del LPAA e LPC (legamento peroneo calcaneare). Dolore ed instabilità da lieve a moderata.
  • distorsione di terzo grado: e’ considerata una distorsione grave che vede la completa lesione del LPAA, LPC con conseguente franca instabilità.

Riteniamo però che la valutazione clinica non debba solo prendere in considerazioni eventuali lesioni legamentose, ma debba tenere conto di altri parametri come:

  • deformità scheletriche;
  • propriocettività.

Seguendo la nostra classificazione, pubblicata sulla rivista europea Foot and Ankle Surgery, possiamo parlare di “complesso peritalare” che comprende non solo la caviglia, ma che vede appunto come un unico complesso la caviglia, l’articolazione sottoastragalica e l’articolazione astragalo scafoidea.

Attenendoci a questa classificazione, quando parliamo di instabilità di caviglia quindi dobbiamo distinguere 4 diversi gruppi di pazienti, senza pensare che uno sia più o meno grave dell’altro.

Questa classificazione infatti ci serve non per stabilire un grado di severità della distorsione, ma per definirne il “carattere” e la tipologia.
Parliamo quindi di:

  • distorsione di caviglia con instabilità correlata alla propriocettività che è legata al tempo di risposta che intercorre tra lo stimolo e l’attivazione del muscolo corrispondente, in alcuni pazienti infatti il tempo di latenza tra stimolo e attivazione è aumentato;
  • distorsione di caviglia con instabilità scheletrica, quando abbiamo delle deviazioni scheletriche in varo o in valgo del piede e della caviglia;
  • distorsione di caviglia con instabilità legamentosa, legata ad una lesione dei legamenti;
  • distorsione di caviglia con lesione cartilaginea.

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Esercizi per la distorsione della caviglia

Quando i pazienti chiedono, in seguito ad una distorsione di caviglia, dopo quanto e’ possibile camminare, la risposta migliore è parlare di idrokinesiterapia.

Infatti per riabilitare la corretta funzione dopo una distorsione della caviglia l’acqua è fondamentale.

Camminare nell’acqua è infatti uno degli esercizi migliori per riprendere a camminare dopo una distorsione alla caviglia. Ciò Infatti ci aiuta a riacquistare fiducia dopo il trauma e a riprendere una deambulazione corretta.

In questo articolo abbiamo parlato in maniera più approfondita degli esercizi per la riabilitazione della caviglia, affrontando soprattutto l’argomento della guarigione della caviglia dopo l’infortunio grazie all’idrokinesiterapia.

Il passo successivo è quello del recupero della propriocettività, ovvero recupero “intelligenza spaziale” della caviglia slogata.

Dopo la classica storta alla caviglia dobbiamo immaginarla infatti come una caviglia cieca che non riesce a reagire e a rispondere in tempo agli stimoli esterni: anche un semplice terreno irregolare può metterla in crisi e farla ricadere in una nuova distorsione.

Anche il recupero della propriocettività inizialmente può essere effettuato in acqua per poi renderlo sempre più difficoltoso ed efficace praticandola anche fuori dall’acqua.

I tempi di recupero da una distorsione

I tempi di recupero delle caviglie slogate sono davvero vari.

Nella maggior parte dei pazienti con caviglia slogata guarisce tenendo l’arto a riposo, deambulando con due stampelle ed eseguendo della idrokinesiterapia (camminare in acqua), nel giro di giorni o poche settimane (2/4 settimane).

Esiste anche svariati protocolli “metodo R.I.C.E.” seguito dal “POLICE” e dal “PEACE and LOVE” che vengono in aiuto al paziente che si è procurato una distorsione alla caviglia guidandoli, in modo sintetico, nel recupero funzionale dopo l’infortunio subito.

Nei casi in cui ad una distorsione di caviglia venga associata una lesione legamentosa importante, sarà il paziente stesso a riferire instabilità e distorsioni continue.

In questi pazienti diventa spesso necessario l’approccio chirurgico.

Si tratta di interventi eseguiti ormai con tecniche mini-invasive, non solo con l’obiettivo di ridare stabilità alla caviglia, ma anche per prevenire eventuali recidive e concomitanti lesioni della cartilagine.

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Tempi di recupero distorsione lieve

Basandoci sulla nostra classificazione possiamo dire che nelle distorsioni alla caviglia dovute ad un deficit della propriocettività, i tempi di recupero per le distorsioni lievi sono sicuramente brevi e vanno da pochi giorni a poche settimane.

È importante, in questi casi, una corretta rieducazione propriocettiva: immaginiamo che i legamenti non siano una semplice corda, ma dei veri e propri sensori, in questi pazienti abbiamo bisogno che la caviglia riaccenda i suoi sensori e che torni ad essere ricettiva agli stimoli.

Diventa in questi casi importante la figura del fisioterapista che può aiutare e velocizzare il recupero completo.

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Tempi di recupero distorsione grave

Instabilità scheletrica

Nell’instabilità scheletrica i tempi di recupero possono essere più prolungati in quanto la correzione non riguarda la componente legamentosa bensì quella ossea, tramite l’esecuzione di osteotomie volte a ripristinare il corretto asse ed evitare aree di sovraccarico, particolarmente pericolose nel caso di associate lesioni osteocondrali.

In questi casi parliamo di tempi di recupero post-intervento per una distorsione alla caviglia grave che possono andare dai 3 ai 4 mesi.

Lesione cartilaginea

In questi pazienti diventa quindi indispensabile l’intervento di ricostruzione biologica della lesione cartilaginea associando il riallineamento scheletrico.

L’iter riabilititativo post operatorio della lesione prevede l’utilizzo di uno stivaletto gessato per 4 settimane sul quale non è concesso il carico.

Alla rimozione del gesso il paziente dovrà svolgere in maniera autonoma della idrokinesiterapia e tornando gradualmente a svolgere le sue attività quotidiane. L’attività sportiva dovrà essere rimandata a 4-5 mesi dall’intervento.

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A domanda, risposta

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