6 domande frequenti sull’alluce valgo

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L’alluce valgo è sicuramente la patologia più frequente per quanto riguarda la chirurgia del piede: è infatti la prima causa di intervento chirurgico del piede nella donna e la seconda nell’uomo (dopo l’alluce rigido). È una patologia scheletrica che riguarda il primo dito del piede, più precisamente il primo metatarso, che tende a deviare in varo, portando la falange distale a bilanciare deviando appunto in valgo.

Partendo dalle domande più frequenti che mi vengo rivolte dalle mie pazienti sull’>alluce_valgo, ho analizzato – utilizzando degli strumenti che stimano il numero di ricerche su internet correlate a questa patologia – se fossero proprio le stesse domande che si rivolgono in generale tutte le persone con l’alluce valgo.

Trovando corrispondenza, ho quindi approfondito l’argomento rispondendo a queste domande, sia attraverso le mie parole, sia attraverso brevi video molto utili per chiarire meglio i passaggi fondamentali.

Cercandone i rimedi su internet è possibile infatti trovare “rimedi naturali”: ecco il motivo per cui ho pensato fosse molto utile – per tutti voi – sfatarne il mito.

La correzione dell’alluce valgo, al contrario di altre patologie, raramente non passa attraverso la chirurgia.

Il tutore o lo spaziatore non risolvono il problema, al massimo alleviano i sintomi, a volte nemmeno quelli.

Pediluvi, massaggi, ginnastiche correttive non causano danni, ma non curano né tantomeno alleviano i sintomi.

Se volete risolvere il problema non affidatevi alle credenze popolari: tra le soluzioni per l’alluce valgo la chirurgia è l’unica efficace.
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Il tutore per l’alluce valgo è utile?

La correzione dell’alluce valgo, al contrario di altre patologie, raramente non passa attraverso la chirurgia.

Il plantare può essere una valida opzione terapeutica palliativa: non risolve il problema, ma allevia i sintomi.

Il plantare deve essere indossato in una scarpa contenitiva per far sì che i punti di scarico rimangano posizionati nell’area di sovraccarico.

Non tutti i pazienti sono candidati al plantare e non tutti i pazienti riescono a tollerarlo con successo, ma nei casi in cui il dolore principale non sia a livello dell’alluce valgo, bensì a livello dei metatarsi centrali, la cosi chiamata metatarsalgia, il plantare può essere un valido alleato.

Sfatiamo invece i miti legati a rimedi naturali, pediluvi, massaggi, ginnastiche correttive che pur non causando danni, non rappresentano una cura e spesso neanche un aiuto contro la sintomatologia.
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Le scarpe con il tacco provocano l’alluce valgo?

Il ruolo della scarpa con il tacco come primo colpevole dell’alluce valgo è sicuramente da sfatare.

Non abbiamo nessuna dimostrazione scientifica in questo senso. È ovvio però che una calzatura con il tacco, stretta in punta, possa esacerbare la sintomatologia al punto da non venire più tollerata dalla paziente stessa.

Alla domanda se dopo un intervento all’alluce valgo sia possibile tornare ad indossare calzature esteticamente appaganti senza dolore possiamo rispondere con sereno “si”.
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Come capisco se è proprio l’alluce valgo?

Come appare questa patologia? (Se vuoi eseguire un test di autodiagnosi di alluce valgo puoi leggere questo articolo che però non sostituisce la visita specialistica)

Anche chi non è medico può tranquillamente notare la tipica deformità in valgo dell’alluce che va a togliere spazio e talvolta a comprimere le altre dita.

Alla deviazione del primo dito si aggiunge però anche la borsite dell’alluce, il formarsi cioè di una sporgenza lateralmente all’alluce che rappresenta la vera area di sofferenza.

Si tratta di un’area di infiammazione soggetta ad attrito contro la calzatura che può gonfiarsi e talvolta ulcerarsi.

Non raro inoltre il sopraggiungere di una metatarsalgia: dolore sotto la pianta del piede a livello dei metatarsi centrali causato dall’appoggio scorretto a cui l’alluce, deviato in valgo, obbliga il piede.
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Perché è importante la visita specialistica?

La visita specialistica diventa fondamentale non solo per la diagnosi dell’alluce valgo, di cui il paziente è già a conoscenza prima della visita, ma per il corretto planning chirurgico.

Una radiografia eseguita in carico è l’unico esame di cui abbiamo bisogno per pianificare nel dettaglio l’iter terapeutico corretto.

Bisogna infatti osservare e definire con una scala di gravità la deviazione dell’alluce valgo ed inoltre indagare se il planning terapeutico debba coinvolgere o meno i metatarsi centrali.

Ricreare la curva di Maestrò diventa fondamentale per ripristinare il corretto appoggio del piede, eliminando la sintomatologia algica.
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L’alluce valgo peggiora nel tempo?

Nel caso in cui la deformità peggiorasse nel tempo, il chirurgo ha a disposizione varie tecniche chirurgiche più o meno invasive attraverso le quali può raggiungere il corretto allineamento dell’alluce.

Il consiglio è quello di non aspettare che l’alluce coinvolga le dita, causandone la griffe, o che raggiunga una deviazione per cui l’unico intervento possibile rimanga l’artrodesi e quindi la fusione dell’articolazione stessa.

Benché infatti questa tecnica sia molto affidabile, permetta il medesimo recupero post-operatorio e lasci ampia libertà anche nell’esecuzione di qualsiasi sport, obbliga ad una limitazione importante nella scelta della calzatura con il tacco (non superiore ai 3 cm).
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Come sono i tempi di recupero?

La correzione dell’alluce valgo non è un intervento in urgenza, può essere programmato serenamente, compatibilmente con gli impegni della vita quotidiana.

Non esiste un periodo migliore di un altro per sottoporsi all’intervento in quanto i tempi di recupero sono piuttosto brevi: 30 giorni di scarpa post operatoria sulla quale è concesso il carico e che permette di condurre una vita in autonomia fin dall’immediato post operatorio, 60 giorni per una scarpa bassa e comoda e, a 90 giorni, è possibile utilizzare – di nuovo e senza dolore – scarpe con tacco alto.
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A domanda, risposta

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