SIOT 2018 Bari: congresso nazionale della società italiana di ortopedia e traumatologia
In questo articolo parliamo in dettaglio di:
Introduzione
Per chi fa il mio lavoro è una vera e propria istituzione.
È il momento in cui gli Specialisti Ortopedici Italiani si incontrano.
Penso sia un’occasione ancora più preziosa con l’avvento della super-specializzazione degli ultimi 10 anni. Permette ad esperti di diversi distretti di confrontarsi.
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La mia agenda al SIOT
Per questo, è un onore e un’emozione, dare un appuntamento a chi si interessa di artrosi di caviglia al “Corso di Istruzione sull’artrosi di caviglia”, dove sono stato invitato a trarre le conclusioni come esperto sul tema (sabato, h 17.15 – SALA 6/7).
Le mie altre presentazioni saranno dedicate al ruolo delle disatrodesi (revisione con protesi) per la cura dell’artrodesi dolorose (sabato, h 14.36 – SALA 6/7) e al ruolo dei tessuti molli, tendini e legamenti per la cura del piede piatto (venerdì, 14.12 SALA 6/7).
Il mio team sarà presente con dodici presentazioni, frutto della nostra attività scientifica.
SIOT, ieri e oggi
Sento spesso opinioni discordanti sull’utilità dei meeting.
Oggi, nell’era di Internet e della Telemedicina, che senso può avere spendere tempo e soldi per muovere tanti professionisti, bloccare le loro agende e chiedere ai loro pazienti il sacrificio di aspettarli?
Sono quesiti giusti. È indubbio: esistono troppi meeting, troppi appuntamenti di cui si potrebbe fare a meno o che probabilmente andrebbero condensati tra loro.
Questa è una battaglia assolutamente per cui vale la pena spendersi ed oggettivamente il SIOT appare in prima linea.
Allo stesso modo esistono invece Meeting di assoluto livello, come, il SIOT, il Trauma Meeting e altri Meeting di Società Scientifiche molto attive (ne cito solo alcune, come SIA e SIGASCOT), che negli anni potranno richiedere dei cambiamenti, degli adeguamenti ai tempi che corrono, ma che saranno sempre necessari.
Ritengo che le relazioni che si possono tessere incontrandosi, ascoltando, parlando, siano un sacrificio per cui valga la pena muoversi, organizzarsi.
Sono un beneficio anche per i nostri pazienti, perché chirurghi ortopedici, ma, in generale, medici con nuove idee sono un patrimonio per il Sistema Sanitario e, più in generale, per la Società.
Ricordo quando da specializzando, ho frequentato i primi Meeting.
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Il mio team al SIOT
Mi avvicinavo a quelli che, allora, mi sembravano “mostri sacri”. Indubbiamente, la prima sensazione che ricordo è quella della timidezza, ma subito accompagnata dalla curiosità, umana e scientifica.
Oggi sono cresciuto e, certo non posso paragonarmi a quei famosi “mostri sacri” del passato e del presente. È, comunque, chiaro il compito della mia generazione in questi Meeting: accorciare le distanze, rendere il confronto sempre più aperto, apprezzare le opinioni dei più giovani, coinvolgerli, dare credito al loro lavoro.
Uno dei traguardi di cui sono più orgoglioso è proprio quello di guidare un gruppo giovane, di aver lavorato con tanti giovani e di aver pubblicato almeno un articolo indicizzato su PubMed con ognuno di essi. Penso sia un segno di rispetto nei confronti del tanto impegno, di cui ho avuto il privilegio di essere circondato.
Ecco perché vi ho parlato delle mie tre presentazioni, ma l’emozione più grande sarà sentire parlare sul podio Camilla, Claudia, Cristian, Luigi e Riccardo: il mio team.
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