Quando operare l’alluce valgo?
In questo articolo parliamo in dettaglio di:
Introduzione
L’alluce è il primo dito del piede, l’unico costituito da due sole falangi (come del resto il pollice, suo omologo nella mano).
Si articola con il primo metatarso, una delle cinque ossa, lunghe ed affusolate, che costituiscono l’avampiede.
L’alluce è molto importante per la deambulazione, perché sostiene una parte rilevante del peso del corpo sia durante la fase di spinta che in quella di appoggio.
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Cos’è l’alluce valgo?
Quando il piede è in salute, l’alluce ha un orientamento quasi parallelo a quello delle altre dita.
Se l’alluce risulta invece deviato in modo che la sua punta sia convergente con quella delle altre dita, la sua condizione prende il nome di alluce valgo.
I principali sintomi di questa patologia sono:
- dolore;
- tumefazione specie a livello della cosi chiamata “cipolla” che puo’ arrivare anche ad ulcerarsi;
- ipercheratosi plantare, ovvero aumento dei calli a livello dei metatarsi proprio sulla pianta del piede.
Diagnosi e patologie correlate
Non è difficile individuare e riconoscere una simile condizione, in particolar modo se non è nelle sue prime fasi.
Quando progredisce, infatti, l’alluce valgo presenta un evidente deviazione verso l’esterno del piede.
Inoltre, a causa della deformità e dell’attrito che questa va a esercitare sulla calzatura, l’alluce valgo è solitamente caratterizzato dalla così chiamata “cipolla” data in parte dalla deviazione ossea ed in parte dalla borsa che infiammandosi si gonfia, portando ad una borsite cronica, la quale partecipa all’attrito con la calzatura causando dolore ed alimentando l’infiammazione, in una sorta di circolo vizioso.
Sebbene la diagnosi sia spesso piuttosto semplice da formulare, richiedo sempre di effettuare una radiografia del piede in fase di carico, ovvero mentre sostiene il peso del corpo, per evidenziare le eventuali patologie correlate e valutarne più attentamente caratteristiche e limitazioni.
Chi segue i miei articoli saprà infatti che il piede deve essere considerato come una struttura anatomica unica, da analizzare nel complesso.
L’alluce valgo si accompagna e spesso rappresenta la causa di deformità quali:
- la griffe delle dita;
- le dita a martello;
- la tipica metatarsalgia da sovraccarico, ovvero il dolore localizzato a livello dei metatarsi centrali, di solito il 3° ed il 4°.
Altre volte si associa a condizioni come il piede piatto, deformità da analizzare con attenzione se associata al valgismo dell’alluce, per evitare o ridurre il rischio di recidiva dell’alluce valgo in caso si preveda un intervento chirurgico.
Attraverso la diagnostica per immagini (le radiografie), sarà invece possibile quantificare con precisione il grado di deviazione dell’alluce, analizzare l’intera dinamica del piede in carico, per esempio prevedendo o meno una correzione associata dei metatarsi e delle dita o, più raramente, del retropiede.
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Rimedi naturali: perché non funzionano
In caso di alluce valgo, le terapie conservative posso trovare spazio in alcuni casi.
Un plantare per esempio può essere un valido alleato per aiutare il paziente a gestire il dolore metatarsale, non certo per lenire la sintomatologia a livello della “cipolla” o delle callosità dorsali che, per esempio, si formano sulle dita in caso di griffe.
Ho una diversa opinione invece sui cosi detti rimedi naturali o casalinghi.
Pediluvi, massaggi, creme, tutori notturni ed esercizi “correttivi” non hanno alcun effetto sulla correzione della deformità, che purtroppo è una deformità ossea.
Se quindi utilizzate queste abitudini nella reale speranza di un beneficio, sappiate che non si può dire che stiate creando danni al vostro piede, ma sicuramente, state perdendo del tempo.
La natura della patologia, nel caso dell’alluce valgo, è nella deformazione dell’articolazione: si tratta quindi di una condizione di natura scheletrica che con il tempo può assumere delle caratteristiche di tipo degenerativo, dovute proprio alla deviazione dell’asse dell’alluce che lavora in modo scorretto.
Proprio per questo motivo la vera correzione dell’alluce valgo è chirurgica.
Quando è necessario un intervento chirurgico
Nella maggior parte dei casi, non vi è un vero momento in cui bisogna affrontare l’intervento per la correzione dell’alluce valgo. Così come non esiste una stagione in cui sia meglio effettuare l’intervento.
Questo è legato principalmente al grande miglioramento delle tecniche chirurgiche che sfruttano i principi della mini-invasività per rendere questa procedura veloce, affidabile e dal rapido recupero.
Casi particolari sono invece quelli in cui l’ulcerazione della borsite obbliga all’utilizzo di antibiotici e pone a rischio di infezione: in questi casi l’intervento non può essere rimandato.
Per pianificare l’intervento è però importante un corretto planning.
A questo serve la visita e le radiografie in carico, per definire non solo la modalità di correzione a livello del primo dito, l’alluce, ma per valutare inoltre la presenza di un sovraccarico metatarsale o di un’eventuale deformità delle dita, che non possono essere ignorate e che devono rientrare nella correzione, senza che questo allunghi la convalescenza dopo l’intervento all’alluce valgo.
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Il decorso post-operatorio
L’intervento di correzione dell’alluce valgo può essere programmato in regime di day hospital, senza quindi la necessità di pernottare nella struttura.
Si effettua in anestesia loco-regionale, con la possibilità di eseguire una blanda sedazione nel caso il paziente lo ritenga necessario. Per la maggior parte delle procedure, la durata dell’intervento non è superiore ai 20-30 minuti.
Il paziente dovrà poi indossare una specifica scarpa post-operatoria per 30 giorni.
La scarpa post operatoria ha la funzione di concedere il carico completo fin da subito, permettendo al paziente di mantenere la propria autonomia fin dai primi giorni.
Dopo i primi 30 giorni sarete liberi di indossare una calzatura comoda, solitamente scarpe da ginnastica morbide.
Nelle settimane successive la scelta della scarpa diventerà meno limitante. I tacchi potranno essere indossati a circa 90 giorni dall’intervento!
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