In questo articolo parliamo in dettaglio di dolore alla caviglia senza trauma:
- Introduzione
- Quali sintomi accompagnano il dolore?
- Le cause del dolore alla caviglia senza trauma
- I rimedi iniziali
- Quando è necessario rivolgersi a un medico?
Introduzione
Visito spesso pazienti che arrivano in ambulatorio con forte dolore e disabilità alla caviglia, ma senza alcuna storia di traumi acuti recenti.
Eppure, in molti casi, la diagnosi è chiara: artrosi di caviglia o altre patologie croniche che si sono sviluppate nel tempo, spesso senza dare segnali evidenti fino a una fase avanzata.
Tuttavia le cause di un dolore alla caviglia senza trauma evidente possono essere varie: malattie infiammatorie (artrite reumatoide, spondilite anchilosante, per esempio), metaboliche, degenerative (tendinopatia tibiale posteriore, per esempio) o,ancora, biomeccaniche..
In questo articolo le analizzeremo, partendo prima, però, da un'attenzione al dolore e agli altri sintomi.
Indagare le caratteristiche del dolore, infatti, aiuta lo Specialista Ortopedico a fare diagnosi ed il paziente a comprendere la sua storia e le possibili evoluzioni.
Il dolore alla caviglia è accompagnato da altri sintomi?
Il dolore alla caviglia senza trauma può originare dalle ossa, dalla capsula articolare, dai legamenti, dai tendini o dalla cartilagine. Spesso sono tutte le strutture insieme che si lamentano, anche in momenti diversi.
Per capire la causa, è importante osservare come si presenta il dolore e se ci sono altri sintomi associati:
- La caviglia è gonfia oppure no? Il gonfiore è un segnale di artrosi di caviglia, ma è un sintomo che può essere fuorviante. Infatti può essere provocato anche da altre patologie (per esempio, insufficienza venosa cronica o anche ipertensione non compensata).
- È rigida o mantiene la mobilità? La caviglia è un'articolazione congruente. Quando perde congruenza per artrosi post-traumatica o per un danno cartilagineo, uno dei primi segnali è la riduzione del movimento. Tuttavia non sempre questa induce dei limiti evidenti, perché spesso il corpo è in grado di compensare usando in modo diverso il ginocchio (iperestensione) e le altre articolazioni del piede. Può essere necessaria una visita specialistica per identificare un calo di mobilità.
- Che tipo di dolore è? Compare a riposo, durante i primi passi, o persiste anche camminando? Esistono alcuni tipi di dolore con cui è meglio convivere, perché un eventuale intervento di protesi non li risolverà, mentre per altri sarà francamente risolutivo.
- Quale movimento induce dolore? Se è quello di inversione-eversione probabilmente si tratta di un'artrosi di sottoastragalica. In caso di dolore di flessione plantare, che si manifesta solo spingendo in basso al massimo, negli ultimi gradi di movimento, e che non è presente in estensione, probabilmente è un artrosi dell'articolazione astragalo-scafoidea. Se il dolore è presente alla flessione ed estensione della caviglia e coinvolge anche le rotazioni, è più probabile che sia un’artrosi di caviglia.
- Dove è localizzato il dolore alla caviglia? Ovvero, nella parte anteriore, laterale, mediale o posteriore. Quello mediale, ovvero interno, si colloca tra malleolo tibiale e la superficie interna dell'astragalo (il medial gutter, una vera e propria articolazione indipendente). Se è un dolore che si irradia lungo tutto l’arto e che si associa a parestesie e formicolii, probabilmente è multifattoriale.
- Il dolore è presente su una sola caviglia o su entrambe? La presenza di dolore su entrambe le caviglie in assenza di storia traumatica recente può nascondere una deformità bilaterale che tende ad evolvere, per esempio: instabilità di caviglia bilaterale, come esito di traumi distorsivi ripetuti in caviglia vara bilaterale. Puo’ allo stesso modo sottendere ad un piede piatto patologico (progressive collapsing foot) in una caviglia valga. Può infine essere riconducibile ad una malattia infiammatoria cronica o da deposito.

Queste informazioni, insieme alla valutazione clinica e a eventuali esami (Rx piedi e caviglie in carico come indagine di primo livello, TAC in carico come indagine di imaging di secondo livello) guidano verso una diagnosi corretta.
Le possibili cause del dolore alla caviglia senza trauma
Abbiamo già accennato ad alcune delle cause per cui la caviglia può far male, senza che abbia subito un trauma recente. Alcune delle più frequenti includono:
1. Una distorsione che è passata inosservata
Una piccola distorsione o un trauma acuto non riconosciuto possono causare microlesioni cartilaginee che, nel tempo, provocano dolore e peggiorano l'instabilità residua.
2. Artrosi di caviglia
Può svilupparsi lentamente, dopo ripetuti traumi distorsivi di caviglia o per usura della cartilagine. Il dolore peggiora con il carico e può essere associato a rigidità in flessione plantare o dorsale. Ne abbiamo parlato negli articoli dedicati ad instabilità di caviglia ed integrità dei legamenti.
3. Patologie sistemiche
La caviglia non è solo “meccanica”: è anche una struttura riccamente vascolarizzata e rivestita da una capsula articolare reattiva agli stimoli infiammatori. Alcune malattie sistemiche — come artrite reumatoide, spondilite anchilosante, lupus eritematoso sistemico e sclerodermia — possono colpire la caviglia direttamente, dando luogo a infiammazioni isolate o bilaterali, con sintomi variabili da lieve fastidio a dolore invalidante.
4. Gotta
La gotta è una malattia metabolica dovuta all’accumulo di acido urico nel sangue, che si deposita sotto forma di cristalli nelle articolazioni.
5. Tendinopatie croniche
Le tendinopatie sono degenerazioni o infiammazioni croniche dei tendini. Più frequenti sono quelle del tibiale posteriore e dei peronieri.
Simulano un dolore alla caviglia, perchè i peronieri (lato esterno) stabilizzano il complesso peritalare esercitando una forza in eversione su caviglia e piede; il tibiale posteriore (lato interno) agisce come un antagonista. I segni tipici sono dolore localizzato lungo il decorso del tendine, peggioramento con l’attività, a volte gonfiore o crepitio.
6. Tendiniti acute (tendine d'Achille, tibiale anteriore, peronieri)
Sono infiammazioni rapide e intense di tendini sottoposti a stress improvviso o ripetuto.
Colpiscono la caviglia perché i tendini coinvolti si inseriscono o passano vicino a questa articolazione e la stabilizzano nell’esercizio delle sue funzioni e dei suoi movimenti. Rispondono all’overuse con infiammazione e microlesioni.
I segni tipici sono dolore improvviso durante o dopo attività fisica, sensibilità al tatto, talvolta gonfiore localizzato.
7. Artrite reattiva
E' un'infiammazione articolare che si sviluppa dopo un’infezione (genitourinaria o gastrointestinale).
Può interessare grandi e medie articolazioni, spesso bilateralmente e in modo asimmetrico. I segni tipici sono gonfiore, dolore, calore, a volte associati a sintomi oculari o cutanei.
8. Borsite retroachillea
E' un'infiammazione della borsa sierosa tra tendine d’Achille e calcagno.
Simula un dolore alla caviglia, che tuttavia si presenta come dolore posteriore. La struttura anatomica interessata è la borsa pre-achillea, che, in condizioni fisiologiche, riduce l’attrito tra tendine e osso. Sfregamenti, calzature rigide o deformità del calcagno possono farla infiammare.
Peggiora con scarpe chiuse sul tallone.
9. Piede piatto e piede cavo
Sono due alterazioni opposte e speculari dell’arco plantare che modificano la biomeccanica del passo.
Il dolore coinvolge la caviglia perché il piede piatto sovraccarica il lato interno (tendine tibiale posteriore), il piede cavo il lato esterno (peronieri e legamenti laterali). Questi dolori possono manifestarsi nei casi iniziali e parafisiologici, diventano importanti ed invalidanti nei casi avanzati di piede cavo e progressive collapsing foot.
10. Sindrome del tunnel tarsale
E' dovuta a una compressione del nervo tibiale posteriore nel canale del tarso.
Oggi è una diagnosi meno frequente: molti casi attribuiti in passato a questa sindrome sono in realtà dovuti a tendinopatia del tibiale posteriore o a un piede piatto patologico, condizioni che causano sintomi simili ma hanno un trattamento differente.
Tipicamente causa dolore o bruciore al lato interno della caviglia, irradiato alla pianta del piede, peggiorato dalla stazione eretta prolungata.
11. Neuropatia da impingement
La causa è una compressione o un intrappolamento di nervi periferici della caviglia dovuto a tessuti molli o ossei. Le strutture nervose infatti passano in canali anatomici stretti e possono essere compresse da edema, fibrosi o deformità ossee.
Provoca dolore urente, formicolii, riduzione della sensibilità in distretti specifici del piede.
12. Fratture da stress
Le fratture da stress sono vere e proprie fratture ossee che si sviluppano a causa di sovraccarichi ripetuti nel tempo, senza un singolo trauma evidente.
Sono comuni negli sportivi, nei militari, ma anche in persone che aumentano improvvisamente i livelli di attività fisica o che presentano una fragilità ossea preesistente.
13. Tensione muscolare
Infine anche le contratture o gli stiramenti dei muscoli della gamba influenzano la mobilità della caviglia.
Muscoli rigidi infatti alterano la biomeccanica, sovraccaricando tendini e articolazione.
I primi rimedi per un dolore alla caviglia senza trauma
Se l’obiettivo iniziale è ridurre i sintomi e preservare la funzione in attesa di una diagnosi definitiva, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere un primo aiuto. Servono per controllare il dolore alla caviglia, anche senza trauma, e l’infiammazione a cui è dovuto.
È importante assumerli a stomaco pieno. Quando possibile, consiglio FANS selettivi COX-2, se non si è ipertesi, perché riducono il rischio di gastrolesività. Ad ogni modo ricorrere a gastroprotezione è sempre una scelta saggia e da discutere con il proprio medico di base.
I farmaci antinfiammatori non steroidei non sono però la soluzione, ma semplicemente un aiuto transitorio.
Se il dolore alla caviglia non è drammatico e limitante, è consigliabile un atteggiamento più conservativo: ricorrere a ghiaccio ed elevazione (tenere l'arto elevato).
Applicare ghiaccio localmente (15-20 minuti per volta) più volte al giorno, avvolto in un panno, mai direttamente sulla cute, e mantenere l’arto elevato aiuta a ridurre gonfiore e dolore.
Inoltre la crioterapia moderna offre anche soluzioni avanzate che aiutano a gestire il dolore cronico e quello acuto, permettendo di non perdere funzione e mantenere tono muscolare perfino in una fase di dolore rilevante.
Ricordiamo sempre che la predisposizione a guarire e a non sviluppare infiammazione è comunque influenzata da tanti diversi fattori ed il paziente può davvero essere artefice e protagonista del proprio percorso di guarigione con alcuni accorgimenti:
- Dieta e benessere sistemico: seguire una dieta a basso impatto infiammatorio ispirata agli studi di Valter Longo, con riduzione degli zuccheri semplici e attenzione al bilancio calorico.
- Attività muscolare regolare: migliora circolazione e il tono muscolare, mentre riduce il carico sulle articolazioni.
- Monitorare e ottimizzare i marker di benessere: prima fra tutte la Vitamina D, essenziale per la salute ossea e immunitaria.
- Assunzione di Omega-3: si tratta di sostanze che riducono l’infiammazione sistemica, ma ricerche di Camillo Ricordi mostrano il loro potenziale anche in malattie croniche e degenerative. Ricordo con piacere una nostra diretta social in cui ci siamo confrontati su questo tema e sul ruolo dei markers di benessere in rigenerazione in ortobiologia.
Naturalmente anche per un dolore alla caviglia senza trauma può essere necessario rivolgersi al medico. Vediamo quando.
Quando rivolgersi al medico per un dolore alla caviglia senza trauma?
Il dolore alla caviglia senza trauma non va sottovalutato. È indicato rivolgersi a uno specialista quando persiste per più di qualche giorno ed è associato a gonfiore marcato.
Per una diagnosi accurata, possono essere necessari esami mirati:
- Radiografia in carico di piedi e caviglie: fondamentale per valutare la struttura scheletrica e l’allineamento (indagine di imaging di primo livello).
- TAC in carico: indagine avanzata.
- Ecografia: utile per individuare problemi tendinei e valutare lo stato infiammatorio delle articolazioni, soprattutto nei pazienti con patologie infiammatorie sistemiche come l’artrite reumatoide.
Una valutazione specialistica precoce permette di impostare un trattamento mirato, evitando complicazioni e cronicizzazione dei sintomi.