Il piede e la caviglia dei bambini che praticano il basket

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Prevenzione e cura delle patologie del piede e della caviglia del bambino che gioca a basket.

Il basket è uno sport molto apprezzato e seguito nel nostro Paese che, soprattutto in questi giorni, ci sta regalando grandi emozioni.

Il clamore delle imprese della Nazionale sicuramente impressionerà molti dei nostri bambini che potrebbero desiderare emulare le gesta dei cestisti Azzurri.

La mia opinione in merito? Assecondateli senza pensieri! I motivi per sostenere questa passione sono tanti ed i benefici decisamente maggiori dei rischi.

In qualità di Medico Chirurgo Ortopedico posso affermare, con cognizione di causa, che piede e caviglia del bambino beneficeranno di uno stimolo propriocettivo notevole dovuto ai frequenti scatti, ai repentini cambi di direzione, alle brusche frenate, ai numerosi salti ed atterraggi.

A tutte le mamme confermo che il rischio più ricorrente in cui incorre un cestista in erba è la distorsione di caviglia. Atterrare dopo un salto sotto canestro sul piede di un avversario può essere la causa di un trauma distorsivo, forse doloroso, ma il più della volte senza conseguenze importanti. Il riposo unito ad un breve periodo di riabilitazione sono quasi sempre la migliore ricetta per un pronto ritorno alla consueta attività fisica.

I bambini possono iniziare a praticare il basket intorno ai 5/6 anni di età. In quanto sport di squadra, favorisce la socializzazione, l’integrazione nel gruppo, la solidarietà e la sportività.

Mi capita di continuo di certificare l’idoneità sportiva di bambini e bambine desiderosi di giocare a basket. Tra i tanti, anni fa ho avuto il piacere di incontrare Chiara, una bimba che oggi è una splendida ragazza nonché una validissima atleta, giocatrice di basket. Ho chiesto a lei di raccontare, qui di seguito, la sua storia quale testimonianza tangibile delle tante buone cose che questo sport può regalare.

“Sono Chiara, una ragazza di 20 anni e gioco a basket, ininterrottamente, da quando ne avevo 8. Praticare uno sport fin da bambini penso sia importante perché aiuta a sviluppare le proprie capacità motorie oltre a far crescere anche da un punto di vista personale: sia nel rapporto con altre persone, sia nel mettersi alla prova cercando di migliorarsi.

Fra tutti gli sport possibili, ho scelto il basket e ne vado orgogliosa.

Strada facendo, insieme a tutti i componenti della mia squadra, abbiamo imparato a conoscere i punti di forza e di debolezza di ciascuno, per far sì che il gruppo funzioni lavorando insieme con l’obiettivo comune di divertirsi e vincere ma soprattutto condividendo la gioia delle vittorie e la tristezza delle sconfitte.

La pratica del basket è impegnativa. Allenamenti e partite durante un’intera stagione, implicano organizzazione del proprio tempo per riuscire ad essere sempre presenti e allo stesso tempo gestione di altre attività, prima su tutte lo studio.

Il basket è la mia valvola di sfogo, un momento tutto mio in cui penso solo a giocare. Da sempre mi ha aiutata a ricaricarmi. Le sue regole ben precise richiedono concentrazione e dedizione ed insegnano il rispetto tra compagni, avversari e arbitri.

Il match è il vero banco di prova; confrontarsi con avversari forti, ma mai imbattibili, genera adrenalina allo stato puro. Il campo del palazzetto diventa la tua arena, una sintesi perfetta delle sfide che spesso la vita quotidiana riserva. Gli allenamenti, la fatica, a volte la delusione che deve essere superata, altre la gioia che deve essere vissuta fino in fondo.

Il basket per me è tutto questo, testa e cuore all’unisono, uno stile di vita da seguire e a cui ispirarsi.”

A domanda, risposta

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