Intervento chirurgico di alluce valgo: dalla fase pre-operatoria al ritorno alle scarpe con il tacco
In questo articolo parliamo in dettaglio di:
Dopo una diagnosi di alluce valgo, noi medici spieghiamo al paziente cosa significhi per lui/lei l’intervento di correzione dell’alluce valgo, soffermandoci a spiegare la tipologia dell’intervento, la tecnica utilizzata, l’anestesia.
Sono tutte domande a cui è importante dare una risposta. È lo stesso paziente a farlo. Tuttavia, non sono le uniche informazioni importanti per il paziente.
Per un decorso sereno è importante arrivare preparati su cosa succederà il giorno dell’intervento.
Alluce valgo: intervento in day-hospital
Ci aspettiamo infatti che tutto venga diretto con estremo ordine e che ogni passaggio sia guidato ed affidato ad una specifica figura che sia medico, infermiere, ufficio ricoveri.
In realtà, talvolta, questi passaggi che, come medici, diamo per scontati possono essere vissuti dal paziente come “sballottamenti” all’interno di una struttura ovviamente sentita come “non-familiare”: l’ospedale. A questo si aggiunge una fisiologica ansia legata all’evento.
Ecco perché nasce la necessità di questo testo, per accompagnarvi, tenervi un po’ per mano e farvi capire che nulla è lasciato al caso, ma che vi seguiamo volutamente passo passo.
Ogni passaggio non è casuale, ma legato ad una routine. Tutto questo non è de-personalizzante ma, al contrario, è ciò che rende più affidabile ogni procedura nei tempi per voi più brevi possibile.
In particolare mi focalizzerò su quei tipi di chirurgia che richiedono un ricovero Day-Hospital: l’alluce valgo.
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Alluce valgo: la fase pre-operatoria
Per i pazienti residenti in regione Lombardia, prima dell’intervento viene programmata una giornata di pre-ricovero.
Si viene convocati circa 30 giorni prima dell’intervento, per svolgere gli esami di routine, discutere con l’anestesista quale anestesia programmare e per fare il punto sull’intervento con un chirurgo ortopedico dell’equipe.
Si tratta in realtà di una prassi molto importate, spesso vissuta dal paziente come una perdita di tempo, ma che in realtà ci permette di raccogliere importanti informazioni, fondamentali per il giorno dell’intervento.
L’obiettivo è di indagare meglio sulla salute del paziente per essere sicuri di non trovarsi davanti ad imprevisti e di poter gestire adeguatamente ogni evento.
Nel caso di pazienti provenienti da altre regioni, per facilitare il percorso di preparazione all’intervento la giornata del pre-ricovero viene rimandata al giorno che precede l’intervento.
Il paziente verrà valutato dall’anestesista e da un ortopedico dell’équipe. Il ricovero, in questo caso, sarà programmato il giorno precedente l’intervento.
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Il giorno dell’intervento
Per arrivare preparati al giorno dell’intervento bisogna seguire correttamente le istruzioni che vengono rilasciate dal personale il giorno del pre-ricovero o il giorno prima dell’intervento.
Il digiuno è obbligatorio dalla mezzanotte della sera prima.
Il giorno prima o lo stesso giorno dell’intervento verrà compilata da un medico dell’équipe la cartella clinica ed eventualmente verrano richieste radiografie o altri accertamenti supplementari necessari.
Verrà anche ricordato al paziente di procurarsi la scarpa post-operatoria e, eventualmente, due stampelle per avere il corretto supporto.
Noi crediamo sia importante riacquisire un appoggio completo del piede nell’immediato post-operatorio.
Per questo chiediamo che il paziente abbia a disposizione una scarpa “post-operatoria piana” del suo numero (non un numero maggiore, che renderebbe più difficile il passo) e due stampelle, che lo accompagneranno nei primi giorni, ma che poi non si riveleranno più determinanti.
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La sala operatoria e l’anestesia
Accompagnati dal personale infermieristico, viene raggiunta la sala operatoria dove la prima figura medica ad accogliervi sarà quella dell’anestesista.
L’anestesia scelta per queste tipologie di interventi è un “blocco a livello della caviglia” (ankle-block) o un “blocco sciatico-popliteo” (popliteale block) o, più raramente, “un’anestesia spinale”.
Si consigliano i blocchi periferici, quando indicati, per la ridotta invasività della procedura e perché il paziente non senta dolore nell’immediato post-operatorio.
È importante che l’arto operato rimanga addormentato per il tempo sufficiente a placare il dolore e avere così un decorso post-operatorio immediato più sereno.
Un beneficio non secondario della corretta anestesia periferica è legata anche al cercare di limitare l’uso di farmaci antidolorifici con l’obiettivo di ridurre la nausea nel post operatorio, legata ad alcuni farmaci di uso comune nel controllo del dolore post-operatorio.
Ovviamente se il paziente lo desidera durante l’intervento chirurgico può essere sedato, in modo da non vivere con ansia il momento dell’intervento.
Mi incontrerete poco prima di entrare in sala operatoria, o prima di eseguire l’anestesia, vi ricorderò alcune piccole accortezze legate all’intervento e al post-operatorio.
Ricordo sempre al paziente che alla fine della giornata sarò io stesso a fare un giro in reparto in modo da raccontarvi l’esito dell’intervento e ripassare insieme le indicazioni del post operatorio.
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L’intervento chirurgico di alluce valgo
Durante l’intervento la maggior parte dei pazienti desidera dormire ed è possibile assolvere a questa richiesta in associazione all’anestesia periferica.
L’alluce valgo, la metatatarsalgia biomeccanica e altre deformità associate, quali dita a griffe e dita a martello, sono tipologie di intervento della durata di circa 30 minuti.
Come spiegato precedentemente, si lascerà la sala operatoria con l’arto non sensibile e ancora completamente addormentato. Al termine dell’intervento il paziente verrà trasferito in reparto, dove potrà stare con il parente o la persona vicina che lo aspetta in camera.
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La dimissione
Sarò io stesso a spiegarvi l’esito dell’intervento e il decorso post operatorio. Il ricovero in ospedale può durare una notte o può prevedere una dimissione in giornata a seconda di variabili cliniche e pratiche, come la distanza da percorrere per raggiungere casa (pensando ai pazienti fuori-regione).
I miei collaboratori vi consegneranno una lettera di dimissione dove sarà schematizzato tutto il percorso da svolgere nel post-operatorio, compresa la frequenza dei controlli. Il nostro paziente lascia l’ospedale con la possibilità di camminare immediatamente con la scarpa post-operatoria e con un buon controllo del dolore.
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Il primo controllo clinico post-operatorio
Il primo controllo clinico va effettuato a 10 giorni circa dall’intervento per rinnovare la medicazione. In linea con la chirurgia mini-invasiva, è bene ricordare come le nostre medicazioni si possano definire “minimali”. Infatti, per favorire un appoggio immediato, è importante ridurre il volume di queste medicazioni.
Allo stesso modo, i bendaggi sono parte attiva del trattamento. Ecco spiegato perché, il paziente, potrà osservare la medicazioni “tingersi” di sangue nel corso dei giorni primi giorni di convalescenza dopo l’intervento all’alluce valgo, senza che questo rappresenti una preoccupazione.
Alla prima medicazione, generalmente il paziente percepirà una sensazione di benessere, perché la percezione del bendaggio sarà progressivamente ridotta.
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Il secondo controllo clinico post-operatorio
A 30 giorni con una radiografia e un controllo clinico si valuta la corretta progressione delle osteotomie e, generalmente, si abbandona la scarpa post-operatoria per tornare ad una scarpa comoda.
In questo momento del decorso post-operatorio, è assolutamente normale avere un piede ancora moderatamente gonfio come lamentare qualche dolore e difficoltà durante il passo.
È bene pensare di tornare a scarpe esteticamente appaganti (strette in punta e con tacchi importanti) non prima di 3 mesi.
Lo stesso vale per attività fisica intense in carico.
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