Le Complicanze Principali post Intervento all’Alluce Valgo

complicanze post intervento alluce valgo


Tutte le volte che ci si approccia a un intervento, le due cose più importanti da chiedere al chirurgo sono:

  • quante chirurgie dello stesso tipo esegue in un anno,
  • quali sono le complicanze relative a quello specifico intervento, in questo caso quali sono le complicanze post intervento alluce valgo.

Le due domande sono in realtà correlate. Chiedere a un chirurgo quanti interventi dello stesso tipo esegue in un anno vi dà la possibilità di sapere quanta confidenza ha con quella chirurgia.

Da questo derivano:

  • tempi chirurgici più brevi,
  • ridotto rischio di infezioni,
  • maggior capacità nella gestione delle complicanze post-operatorie.

Andiamo ad approfondire.

Quali sono le complicanze dopo un intervento all’alluce valgo

Nel caso dell’alluce valgo, le due complicanze post intervento alluce valgo più rilevanti per la qualità della vita del paziente e per la frustrazione delle sue aspettative sono:

  • infezione (inferiore all’1%),
  • la perdita di correzione ovvero la recidiva dell’alluce valgo (inferiore al 3% con l’introduzione delle moderne tecniche mini-invasive di terza generazione).

Come spiegavo sopra, il rischio di infezione si riduce riducendo i tempi chirurgici. Ecco perché un chirurgo preciso è un ottimo chirurgo, ma veloce e preciso è ancora meglio!
La perdita di correzione dipende da vari fattori:

  • la tecnica chirurgica utilizzata,
  • la comprensione della deformità.

Tecniche chirurgiche per ridurre le complicanze post-intervento di alluce valgo

Parliamo delle tecniche chirurgiche. Ogni tecnica può avere punti di debolezza e di forza. Questo ha spinto la chirurgia mini invasiva a continue evoluzioni proprio per migliorare continuamente i risultati e ridurre il numero di complicanze post-intervento.
Se parliamo delle complicanze legate, per esempio, a tecniche una volta innovative, oggi obsolete, come SERI e PDO, le complicanze più frequenti risultavano essere l’elevazione della testa del primo metatarso, con conseguente rigidità articolare.
Ancora, se parliamo delle complicanze della chirurgia mini-invasiva o percutanea di prima generazione (quella propagandata per essere la chirurgia senza viti) per l’alluce valgo, parliamo dell’aumentato rischio di recidiva a causa della mancanza di stabilità della correzione.

Da questi insuccessi nasce la necessità di una nuova tecnica percutanea che non rinunci alla chirurgia mini invasiva, ma che privilegi la stabilità della correzione. Ecco perché la tecnica MICA! Grazie infatti all’utilizzo della stabilizzazione con un piccolo impianto in titanio viene ridotto il rischio di recidiva e di perdita di correzione, mantenendo la soluzione di chirurgia mini invasiva (sempre 3 piccoli “buchini”, ma anche una stabilizzazione interna a garantire dal rischio di recidiva).

Per quanto riguarda il secondo punto, ovvero la comprensione della deformità, è uno dei motivi per cui il vostro chirurgo deve avere confidenza con questo tipo di patologia e di chirurgia ed è il motivo per cui oggigiorno è bene rivolgersi a uno specialista dedicato a patologie del piede, che esegua il proprio planning basandosi su esami in carico (Rx in carico, meglio ancora TAC in carico). In particolare, l’approfondimento della metatarsite e del piede piatto può essere fondamentale. Similmente, la comprensione dell’alluce rigido può influenzare il successo del trattamento.

A domanda, risposta

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