In questo articolo parliamo in dettaglio di:
Introduzione
L’alluce valgo è la deviazione del primo metatarso in varo che porta la falange del primo dito, come per un meccanismo di compenso, a deviare in valgo, ossia verso le altre dita.
Purtroppo il più delle volte è tutto l’avampiede ad essere compromesso. Questo può avvenire sia a causa della gravità della deformità, sia in correlazione a quanto tempo la deformità ha avuto a disposizione per peggiorare coinvolgendo anche le altre dita e metatarsi.
L’alluce valgo nell’uomo
Comunemente si pensa che l’alluce valgo colpisca praticamente solo il pubblico femminile.
L’idea scorretta, ma ampiamente diffusa è che siano le calzature a causarlo, come si trattasse di un’inevitabile pegno da pagare all’altare dell’eleganza e della moda.
Il ragionamento – errato – è: chi più delle donne che indossano calzature con tacco e strette in punta merita il famoso alluce valgo?
In realtà abbiamo più volte sfatato questo mito: non è la calzatura a causare l’alluce valgo!
È importante ricordare come questa patologia sia la prima causa di chirurgia del piede nella donna e la seconda nell’uomo.
Non è quindi affatto raro vedere e operare pazienti uomini di alluce valgo.
Infine, un altro dato che vale la pena offrire è che, se la seconda causa di chirurgia del piede nell’uomo è l’alluce valgo, il primo posto è riservato all’alluce rigido che risulta più comune quindi nell’uomo che nella donna.
Al di là delle classifiche, che talvolta non servono ad analizzare il problema, il messaggio che vorrei mandare è che, a causa del ruolo complesso e fondamentale che l’avampiede svolge durante il passo e quindi durante la nostra deambulazione, è facile che anche piccole sollecitazioni che poco si discostano dalla normalità, possano poi indurre il concatenarsi di meccanismi che esitino nello slatentizzarsi della patologia, così come avviene nell’alluce valgo e nell’alluce rigido, sia nell’uomo che nella donna.
I sintomi nell’uomo e nella donna
I sintomi sono gli stessi per uomini e donne. Talvolta stupiscono i pazienti, perché non sempre è l’alluce a procurare dolore.
Sia chiaro: un alluce valgo difficilmente è asintomatico, ma capita più spesso di quanto si possa pensare che il paziente lamenti dolore a livello delle dita minori e dei metatarsi piuttosto che a livello dell’alluce.
Si parla quindi di metatarsalgia e di deformità delle dita.
La metatarsalgia è estremamente diffusa e profondamente fastidiosa: non dà pace indipendentemente dalla scarpa che si utilizza.
Quando parliamo invece di deformità delle dita queste possono essere varie: a griffe, a martello, a maglio.
La più conosciuta e diffusa rimane la deformità che porta le dita a griffarsi.
Questa griffe è dovuta alla mancanza di spazio che l’alluce provoca a causa delle sua deviazione verso l’esterno e che quindi obbliga, di fatto, le altre dita ad arricciarsi come nella ricerca di una loro sede che è stata occupata!
Il dolore a livello del primo dito invece, il più delle volte, non è plantare, ma localizzato sulla cosiddetta “cipolla”.
Questa può arrivare anche ad infiammarsi al punto da dare luogo ad una vera borsite dell’alluce e talvolta ulcerarsi dando seguito a problemi ben più importanti come il rischio infettivo.
Scarpe e alluce valgo nell’uomo
È ovvio che la calzatura abbia la sua influenza cosi nell’uomo come nella donna secondo modalità differenti, legati proprio ai due sessi.
La donna tipicamente si lamenterà della calzatura con il tacco, trovandola stretta e improvvisamente impossibile da calzare a causa delle dimensione dell’avampiede che spesso cambiano profondamente anche a livello di “larghezza” del piede.
Nell’uomo il più delle volte a dare più fastidio è la scarpa anti-infortunistica, che solitamente le donne indossano meno.
Sempre nell’uomo scarpe molto basse e poco strutturate rischiano di ridurre le capacità di spinta dell’alluce e di incrementare sovraccarichi legati ad un trasferimento di carico sui metatarsi (metatarsalgia).
Infine scarpe molto rigide, anche se eleganti, come le “scarpe inglesi”, possono incrementare gli attriti e rendere dolorose le borsiti che classicamente si formano in corrispondenza della “cipolla”.
Il “mito” dei rimedi naturali
La cura dell’alluce valgo rimane la chirurgia.
La ricerca in questo campo guarda con interesse verso una chirurgia sempre meno invasiva, di breve durata e il meno traumatizzante possibile per il piede stesso.
Sicuramente una funzione, seppur palliativa e non di correzione, può essere riconosciuta ai plantari, non nel trattamento dell’alluce valgo, ma della comune metatarsalgia associata.
Non si può invece riconoscere nessun beneficio ai rimedi naturali.
È importante essere chiari su questo punto per due motivi principali:
- evitare false aspettative;
- non permettere al paziente di perdere tempo in quelle che possono essere cure talvolta costose, ma comunque inutili per il reale trattamento dell’alluce valgo.
Pediluvi, creme, tutori notturni e spaziatori, non possono essere definite terapie.
Quando operare l’alluce valgo nell’uomo?
La diagnosi di alluce valgo è molto semplice. Non bisogna essere ortopedici per capire di che patologia si tratti!
È evidente però che alla diagnosi si accompagnino molte domande a cui non è sempre facile dare risposta.
Mi opero anche se non mi fa male?
Quanto velocemente può peggiorare l’alluce valgo?
Le dita si deformano sempre?
Indubbiamente, nella maggior parte dei casi, è la sintomatologia a condurre il paziente all’intervento chirurgico.
Vi sono casi però in cui la vera disabilità è legata all’impossibilità di usare una normale calzatura. Talvolta questa può rappresentare un limite importante, basti pensare alla già citata scarpa antinfortunistica.
Altre volte il dolore non colpisce l’alluce, ma le dita e i metatarsi. Anche questi casi sono da valutare attentamente.
In primis perché la correzione delle dita a griffe, può essere una correzione più complessa ed esteticamente meno appagante, ma anche per evitare un coinvolgimento di tutte le dita, non raro.
Un campanello di allarme può indubbiamente essere l’insorgenza di una deformità a livello del secondo dito, quando inizia a sollevarsi deformandosi a griffe o a martello.
Questa deformità, è ovvio, può progredire. Sicuramente è raro che questo avvenga nell’arco di mesi, ma talvolta procrastinare un intervento chirurgico per anni significa dover effettuare interventi che possono coinvolgere più di una articolazione (primo dito e raggi minori) o altre volte che comportino la perdita del movimento a livello dell’alluce (artrodesi).