In questo articolo parliamo in dettaglio delle scarpe adatte per fascite plantare e di quelle da evitare.
- Quali sono le scarpe adatte per la fascite plantare?
- Quali sono da evitare?
- Quanto sono utili le solette per la fascite plantare?
- È possibile portare scarpe eleganti con la fascite plantare?
- Running, calcio e tennis: la scelta delle calzature per le attività sportive
La fascite plantare è una condizione patologica dovuta all’infiammazione della fascia plantare. Il suo sintomo maggiore è un dolore acuto nella parte posteriore del piede, sotto al calcagno, che si può irradiare a ventaglio lungo tutta la fascia plantare, dal tallone alle dita dei piedi.
Può essere favorita dall’utilizzo di scarpe molto rigide e pesanti, come quelle antinfortunistiche, o poco strutturate con scarso potere ammortizzante, come le ballerine.
Spesso le stagioni intermedie (primavera e autunno), in cui si alterano scarpe diverse per il variare delle temperature, sono momenti in cui più frequentemente insorge la patologia, a cause del continuo cambio di calzature con caratteristiche diverse in termine di capacità di ammortizzare.
Quali sono le scarpe adatte per fascite plantare?
Esistono effettivamente scarpe adatte per la fascite plantare e altre da evitare.
È chiaro ed evidente che la cura di questa patologia passi attraverso l’introduzione di una routine di esercizio fisico terapuetico che includa: riscaldamento aerobico, stretching del tricipite (entrambi gli arti), stretching della muscolatura posteriore della coscia, core-stability (mobilità bacino e tono trofismo addominali).
Tuttavia, è altrettanto chiaro che la scelta della scarpa adatta abbia un ruolo nel prevenire l’insorgenza di fascite plantare o nel ridurre i sovraccarichi una volta che la patologia sia insorta e che la sintomatologia sia inevitabilmente presente.
L’utilizzo di scarpe ergonomiche, che abbiano la capacità di seguire ed adattarsi alla pianta del piede e che abbiano una valida capacità ammortizzante permette un passo più fisiologico e riduce lo stress sulla fascia plantare.
Non esiste una scarpa ideale per ognuno di noi, ma oggi il mercato offre tante e valide alternative in cui cui ogni paziente può trovare quella che si adatta meglio al suo piede e alla sua attività.
Esistono infatti scarpe con supporto o sostegno ideali nei pazienti con piede piatto o con una tendenza alla pronazione.
La tendenza di un paziente che soffre di fascite plantare può essere quella di privilegiare suole ad elevatissima capacità ammortizzante, talvolta a discapito della stabilità.
Il consiglio è quello di stare lontano dagli eccessi e di indossare scarpe comode, che abbiano una buona capacità ammortizzante, ma che offrano stabilità. L’obiettivo è quello di ridurre il rischio di instabilità del complesso caviglia e retropiede e conseguenti rischi aumentati di trauma distorsivo, soprattutto sui terreni irregolari.
Scarpe barefoot: prevalgono i rischi o i benefici?
Ultimamente una corrente di pensiero moderna ha introdotto l’utilizzo di scarpe minimaliste e barefoot. Si tratta di modelli che hanno l'obiettivo di riportarci alle origini, simulando il carico ed il cammino a piedi nudi.
E’ innegabile che in un mondo ideale queste rappresentino una soluzione intrigante ed intelligente per camminare e correre.
Tuttavia, è bene ricordare come una corsa con scarpe barefoot sia possibile e non controproducente solo con un'attenzione importante alla costruzione di una tecnica idonea. Questo è probabilmente più facile in un paziente sano e giovane, meno facile in un paziente già sintomatico o in un paziente da anni avvezzo ad una tecnica di corsa costruita e plasmata su scarpe ad elevato potere ammortizzante.
In conclusione scegliamo scarpe ergonomiche che rappresentino un buon compromesso in termini di capacità ammortizzante e stabilità.
Guardiamo con interesse ma prudenza alle calzature minimaliste, tenendo presente che non sono ideali per pazienti già affetti da fascite plantare e ricordando che anche in un paziente sano richiedono un costante lavoro su equilibrio, tecnica del passo e della corsa.
Quali scarpe sono da evitare con la fascite plantare?
Negli anni sono state demonizzate le scarpe strette in punta e quelle con il tacco, per le possibili insorgenze di deformità quali alluce valgo e dita a griffe o per il rischio di lombalgia.
In realtà, pur essendo calzature da usare con parsimonia, è giusto riconoscere che esistono scarpe che possono fare danni peggiori.
Mi riferisco a scarpe basse e poco strutturate come le ballerine, ma, in un certo modo, anche a quelle anti-infortunistiche.
Partiamo dalle ballerine, che spesso vengono utilizzate in primavera ed estate: la loro scarsa capacità strutturale, richiede un eccesso di lavoro della fascia plantare durante la camminata e spesso è quantomeno corresponsabile dell’insorgenza di fasciti plantari, che una volta comparse, tendono a cronicizzarsi.
Per le scarpe anti-infortunistiche serve un discorso a parte.
Indubbiamente, la sicurezza sul lavoro è un tema importante e le scarpe antinfortunistiche hanno rappresentato un passo in avanti.
Tuttavia, scarpe molto pesanti e rigide se usate quotidianamente per tante ore inducono un sovraccarico patologico sulla fascia plantare.
Pertanto, un eccesso di prevenzione ed un utilizzo di scarpe anti-infortunistiche anche in luoghi dove non siano davvero necessarie può esporre a problemi, invece che prevenirli.
Allo stesso modo, qualora possibile, sarebbe auspicabile prevedere una rotazione del personale soggetto ad utilizzare scarpe anti-infortunistiche, di modo che periodicamente i lavoratori possano esserne esentati e ridurre così il sovraccarico cronico sulla fascia plantare.
Ovviamente questo è un discorso che non può essere generalizzato a qualsiasi ambiente di lavoro e che andrebbe studiato su misura caso per caso, analizzando pro e contro della protezione.
Quanto sono utili le solette per la fascite plantare?
Spesso le scarpe ergonomiche hanno già delle solette interne che vengono studiate al momento della progettazione della scarpa in modo da distribuire i carichi nel modo più efficiente possibile.
Ecco perché in assenza di patologia sconsiglio l'utilizzo di altre solette, che vanno ad alterare questi studi rigorosi sviluppati al momento della progettazione della calzatura.
Il paziente affetto da fascite plantare può però beneficiare di solette shock-absorber che favoriscono la dispersione dei carichi.
Pazienti con un piede piatto ed una fascite plantare possono beneficiare invece di un plantare su misura che sostenga l’arco plantare ed abbia un maggior potenziale di assorbimento degli shock meccanici.
Più difficilmente queste soluzioni aiuteranno un paziente con un piede cavo patologico, a cui consigliamo calzature alte per ridurre il rischio di instabilità che il piede cavo comporta per la caviglia e solette shock absorber neutre, per ridurre lo stress meccanico su un piede che per natura ha meno capacità ammortizzante rispetto ad un morfotipo ideale o ad un piede piatto.
È possibile portare scarpe eleganti con la fascite plantare?
Gli ostacoli maggiori di solito sono per l’uomo.
Le scarpe eleganti con la suola in cuoio (“scarpe inglesi”) possono indurre un peggioramento della fascite plantare o di una concomitante tendinopatia inserzionale achillea (in un quadro di disfunzione del complesso achilleo plantare). Per questo, in caso di fascite plantare sconsigliamo un uso frequente di questi modelli.
Oggi, del resto la moda ci viene incontro, con la possibilità di essere eleganti accostando abiti a sneaker e altre calzature più comode.
Per la donna i problemi più spesso vengono da scarpe estremamente basse e destrutturate, come le ballerine, meno, per questa specifica patologia da quelle con tacchi alti.
Running, calcio e tennis: la scelta delle calzature per le attività sportive
Ogni attività sportiva necessita di scarpe adatte al suo svolgimento. Nel caso di uno sportivo affetto da fascite plantare, la scelta della calzatura richiede degli accorgimenti in più.
Le scarpe per running
Negli anni si è assistito ad una grande evoluzione e ad un incremento di alternative diverse, che hanno profondamente cambiato il modo di rapportarsi con la corsa, di interpretare il gesto tecnico, di fare prevenzione e allenamento.
Esistono fondamentalmente due filosofie differenti attorno alle quali si delineano una serie di possibili offerte.
Scarpe da corsa ad elevato potere ammortizzante
Esistono atleti che ritengono di aver bisogno di una maggior attenzione alla capacità di ammortizzare della calzatura. Questa filosofia è volta a proteggere il complesso caviglia e piede da possibili sovraccarichi, può avere il contraltare di spostare il sovraccarico su ciò che sta poco sopra, le ginocchia.
Grazie ad un'analisi della tecnica di corsa e dell'anatomia del retropiede dei runner questo genere di filone di calzature ha prodotto due tipi di calzature: uno più adatto a chi prona (piede piatto o tecnica di corsa analoga e condizionante in tal senso) e uno per chi non prona.
Si tratta di calzature che hanno una sigla con cui definiscono le caratteristiche della suola ( A4: da pronatore, A3: neutre).
Oltre a questo parametro, possono permettere di scegliere il drop, ossia il differenziale tra retro ed avampiede, spingendo ad un appoggio più o meno sull'avampiede per sostenere la tecnica di corsa e avere un impatto protettivo sul tendine d'Achille e sul complesso achilleo plantare in generale.
Le calzature ad elevato potere ammortizzante sono generalmente ideali per chi si approccia alla corsa in età adulta senza esperienza, ma anche per runner di successo.
Scarpe da corsa minimaliste
Al contrario, esiste un filone di pensiero che ha portato a ridurre la capacità di ammortizzare delle scarpe, apprezzando il valore di una camminata e di una corsa più simile alle nostre origini, quando camminavamo e correvamo a piedi nudi.
Si tratta di calzature minimaliste che pare possano avere un effetto protettivo sulle nostre ginocchia, in termini di distribuzioni di carichi e di capacità di ammortizzare, ma che possono chiedere di più a caviglia e retropiede.
Indubbiamente è un pensiero interessante e promettente, che tuttavia, richiede un approccio professionale ed un'attenta cura della tecnica di corsa per poter trarre il maggior beneficio possibile dalla scelta.
È meno adatto ai neofiti, ma indubbiamente è una prospettiva interessante per un giovane atleta o addirittura per un atleta in fase di crescita che si approcci allo sport della corsa con la possibilità di costruire una tecnica di corsa ideale.
Le scarpe per tennis e padel
Perché non è consigliabile utilizzare le calzature da runner anche per il tennis? Perché in realtà tennis e padel sono sport che richiedono brusche accelerazioni e decelerazioni, cambi di direzione improvvisi e repentini e salti.
E’ vero anche il contrario: non utilizziamo scarpe da tennis per lo sport della corsa!
Durante attività come tennis e padel, il rischio maggiore da cui vogliamo proteggerci è quello dell’instabilità e dei traumi distorsivi di caviglia.
Una scarpa da elevato potere ammortizzante da running, utilizzata quando si corre per esempio, ci permetterà di beneficiare del potere protettivo sugli stress meccanici ripetuti, ma ci farà scontare una maggior instabilità ed un rischio di trauma distorsivo assolutamente maggiore.
Per questo motivo le scarpe da tennis sono più rigide, non ideali per lo sport della corsa, ma ottimali per tennis e padel.
Le scarpe da calcio
Il calcio è uno sport dove l'evoluzione tecnica ha determinato una evoluzione della forma e dei materiali con cui vengono costruite le scarpe.
Oggi, rispetto agli anni '90, una scarpa da calcio è indubbiamente più affusolata e stretta in punta. Questo permette di ottenere un calcio alla palla più efficace, con maggior controllo e forza impressa al pallone.
Le scarpe da calcio non sono ideali per correre su lunghe distanze, ma sono disegnate per calciare e per cambiare direzione.
Pertanto, se il calciatore prevede nel suo allenamento anche momenti di corsa prolungata, come attività cardio, è consigliabile un cambio di calzature durante tale attività.
Infine, per via della loro forma stretta ed affusolata, non è consigliato l'utilizzo di plantari su misura in questo genere di calzature.
Il paziente che usa plantari per motivi di salute, li può portare nella quotidianità e durante attività sportive differenti, ma ne farà a meno durante la partita o l’allenamento che richieda un utilizzo di scarpe da calcio.